Il bisogno dell’altro

Docenti: Benedetta Crepaldi e Tommaso Teggia Droghi

Integrare si pone sul piano delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati. L’integrazione non è «un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini».

Il recente fenomeno migratorio è una realtà che ci tocca. Tra voci contrastanti, Papa Francesco afferma che il contatto con i migranti può generare una scoperta, conveniente per tutti. Insieme al desiderio di conoscere il fenomeno, il lavoro della mostra vuole verificare questa ipotesi, tenendo presenti le seguenti domande: Che cosa significa che integrare è una opportunità? Che cosa può succedere nella conoscenza dell’altro? Quali doni derivano da questa conoscenza?

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Il miglior nemico. Romani e Galli nella conquista di Cesare

Docenti: Miriam Maronati, Davide Ori, Sara Merli

“Guerra vuol dire scontro, ma anche incontro di mentalità e di culture; […] implica avversione ed odio reciproco, ma non esclude affatto lo sforzo di comprendere l’altro nel momento stesso in cui lo si combatte, né il fascino di una civiltà superiore, quale spesso fu avvertita dai Galli” (Giuseppe Zecchini, Le guerre galliche di Roma).

A partire dalle fonti ricostruiamo la strategia militare che Cesare adoperò in Gallia per concludere il conflitto plurisecolare contro l’ostinato nemico celtico. Approfondiamo poi come è avvenuto l’incontro tra i due popoli sul campo di battaglia, quali uomini ne sono stati protagonisti, quali culture diverse hanno alimentato lo scontro e il dialogo tra loro. E l’efficace modello di integrazione che può derivare da una guerra non votata esclusivamente alla distruzione dell’avversario.

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Utopia, distopia, ideale. Da Orwell a Black Mirror

Docenti: Davide Navarria, Elena Rivolta

Gli uomini hanno iniziato presto a immaginare mondi futuri nei quali proiettare paure e preoccupazioni, come anche sogni e desideri, investendo in questi “altrove” il proprio presente. Utopie e distopie, futuri ideali o catastrofici: la serie TV Black Mirror, film come Hunger Games e diversi prodotti simili, con il loro grande successo di pubblico evidenziano l’interesse ancora molto vivo per questi generi. Scopo della mostra è quello di evidenziare, attraverso il confronto tra grandi classici (Tommaso Moro, George Orwell, etc.) e nuovi prodotti (come il già citato Black Mirror), le caratteristiche principali dei due generi.

Esiste una terza via? Non fuga nell’irrealtá, né sistema disumano. Tale sarebbe, nel nostro percorso, l’ideale.

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Cosa c’è dietro? La potenza non è nulla senza il controllo

Docenti: Debora Affer, Laura Galetti, Paola Pasquin

“Lo scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico, è anche un bambino davanti a fenomeni della Natura che lo affascinano come un racconto di fate” (Marie Curie)

Microscopio binoculare, PHmetro, Voltametro, Distillatore, Palla di Peleo: Come sono fatti? Su quali principi fisici e chimici si basano? Come si tarano? Cosa significa “calibrare”? Come si prepara un campione?

Dietro una grande scoperta scientifica non c’è solo una mente eccelsa ma anche il lavoro meticoloso di uomini che hanno dedicato ore in laboratorio, fantasmi anonimi di cui normalmente non si ricorda nulla.

Grazie anche all’aiuto di esperti, impareremo insieme delle procedure fondamentali che stanno alla base del lavoro di un tecnico di laboratorio.

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L’arte del cinema.  La scoperta di un linguaggio

DocentiRenato Del Monte, Carlotta Boni, Maddalena Pettene

“Cominciando a capire il mondo attraverso l’immagine, ho capito l’immagine, la sua forza, il suo mistero”. Le parole del regista Michelangelo Antonioni sintetizzano le riflessioni svolte nella mostra, nate dall’analisi del linguaggio cinematografico come strumento di comprensione della realtà e dall’esame delle sue possibilità comunicative.

Ripercorrendo la storia del cinema attraverso alcune tappe fondamentali, dal XIX secolo ad oggi, e analizzando le categorie ‘grammaticali’ che costituiscono il linguaggio cinematografico, la mostra offre la possibilità di comprendere in profondità le intenzioni comunicative dell’autore.

L’analisi dei film studiati, condotta grazie anche all’aiuto di esperti, ha permesso di lavorare sugli adattamenti cinematografici di fatti reali, quali biografie o eventi storici, al fine di mostrare come le scelte operate dal regista possano essere ricche di significato.

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Percezione e conoscenza

DocentiGiorgio Salvato, Andrea Maggi

La mostra, attraverso l’analisi di alcune illusioni ottiche, intende indagare la struttura geometrica che determina la percezione delle immagini nel nostro occhio.  Attraverso la vista, infatti, il cervello umano non percepisce direttamente la forma tridimensionale dell’oggetto osservato ma una sua proiezione. Il modo in cui la geometria e il disegno affrontano lo studio di questa trasformazione permette una più profonda e consapevole conoscenza della realtà. E del nostro rapporto con essa.

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Guarda il video, realizzato dai nostri ragazzi, che raccoglie diverse illusioni ottiche studiate dai ragazzi

“Un consiglio per farcela? Esagerate!” Il fenomeno del Rap

Docenti: Guido Guerzoni, Benedetta Ziglioli

Che cos’è il Rap? Da dove nasce? Quali esigenze esprime? Che cosa ha da dirci?

La mostra prende le mosse dal tentativo di rispondere a queste domande per approfondire la conoscenza di un fenomeno musicale che oggi suscita un grande interesse. Abbiamo letto e interrogato i testi di alcuni rapper, incontrato e intervistato due tra questi, aprendo un confronto sul significato del vivere insieme, sul rapporto con l’altro e sul senso dell’esistenza per conoscere di più noi stessi e il mondo contemporaneo.

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Beauty from dirt

Docenti: Antonia Chiesa, Daniela Muzio

Milano è passata nei secoli attraverso profonde trasformazioni. La città da sempre piega il proprio territorio alle esigenze del proprio sviluppo: nel Novecento, però, la crescita si è fatta addirittura esponenziale, drammaticamente generando e subito travolgendo le nuove periferie. Così, quartieri nati da meno di un secolo presentano oggi ovunque aree di abbandono e degrado.

Abbiamo verificato come altrove nel mondo grandi progetti di rigenerazione urbana hanno trasformato luoghi abbandonati e reietti simili a questi in spazi pubblici efficaci e piacevoli da vivere. Architetti e designer hanno svelato potenzialità nascoste e fatto emergere la bellezza specifica del luogo naturale o urbano. Abbiamo constatato che anche nella nostra città stimolanti iniziative di recupero stanno sorgendo un po’ dappertutto.

Suggestionati dalla genialità di questo tipo di realizzazioni abbiamo provato a mettere in gioco la nostra capacità di osservazione e la nostra sete di bellezza nel definire strategie di trasformazione per un sito di progetto vicino a scuola: l’area ex Richard contigua al Naviglio Grande, suggestiva testimone, in particolare col suo Ponte di Ferro, della vertiginosa e contraddittoria crescita di Milano nel Novecento, e contemporaneamente del suo desiderio di non cedere al degrado e di trasformarsi.

La mostra contiene il frutto del nostro lavoro, ed è la nostra pubblica proposta di cercare la bellezza dove sembra imperi l’abbandono.

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La parola dal testo alla scena

Docenti:  Letizia Carito, Giovanni De Luca, Cecilia Tornaghi

Il teatro è un atto comunicativo estremamente elaborato, non solo tra attori, ma, in modo altrettanto importante, tra attori e spettatori. Un pubblico è parte integrante della definizione di “dramma”, quanto lo è il recitare un ruolo. (M. Revermann, Comic Business).

La prassi scolastica propone spesso la lettura delle commedie antiche, greche e latine, ma la loro destinazione originaria era la rappresentazione scenica, dove la parola collaborava con la mimica e la musica per suscitare il riso complice e sincero del pubblico.

È possibile offrire ai contemporanei la commedia antica in ogni sua sfumatura? Se sì, come? In questa mostra proviamo a rispondere con i fatti – ossia in scena – a questa domanda.

È stato inevitabile riadattare il testo, per ricreare la sintonia che, allora come oggi, è data dal background di lingua e cultura comune ad attori e spettatori. L’ampiezza e i metodi di adattamento teatrale variano però secondo la creatività e la volontà del regista: potrete così vedere alcuni esempi della varietà potenzialmente infinita di performance teatrale. Spazieremo da una commedia pressoché identica all’originale fino ad una completa riscrittura, nella quale, se non fosse per la struttura narrativa e i ruoli principali, a stento indovinereste il titolo dell’opera.

Mostra (PDF)Guarda il video dello spettacolo

Sempre in Moto!

Docenti: Elisabetta Suman, Marina Galuppo

Come è possibile che delle palline che rotolano su un tavolo a velocità diversa e che nello stesso istante iniziano la caduta verso il pavimento, lo tocchino tutte nello stesso istante? Con quale inclinazione un calciatore deve colpire un pallone perché questo arrivi il più lontano possibile?

Il percorso proposto nella mostra vuole essere uno sguardo sintetico sullo studio della cinematica, ramo della meccanica nato con Galileo Galilei che studia il moto dei corpi indipendentemente dalle cause che lo provocano. Parte fondamentale del percorso riguarda la verifica delle leggi studiate attraverso esperienze svolte in laboratorio.

I principali moti a una e a due dimensioni studiati sono il moto rettilineo uniforme e uniformemente accelerato, il moto parabolico, cioè la composizione di un moto rettilineo uniforme con un moto rettilineo accelerato, il moto circolare uniforme, da cui è possibile ottenere il moto armonico e, infine, il moto uniformemente accelerato (come ad esempio il moto dell’oblò di una lavatrice).

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Alla conquista del boccino d’oro: conosciamo il Quidditch

Docenti: Maddalena Giupponi, Michele Marzona

Ispirandosi all’omonimo gioco praticato nella famosa saga di Harry Potter, il Quidditch nasce nel 2005 in alcune università americane. Il successo di questo gioco è tale da riunire in breve tempo non solo appassionati della storia fantastica ma anche giovani che desiderano mettersi alla prova, tanto che ad oggi è praticato in tutto il mondo da oltre due milioni di giocatori.

È uno sport misto, che unisce fondamentali tecnici provenienti da diverse discipline sportive quali il rugby, il dodgeball e la pallamano.

Ogni giocatore ha un ruolo specifico e ben contraddistinto, con compiti diversi all’interno della squadra e tutti sono fondamentali. Ciò permette di esaltare le capacità motorie di ciascuno, mettendole al servizio dei compagni. Solo così è possibile raggiungere l’obiettivo comune della squadra.

Appresi i fondamentali del gioco, durante l’Open Day nella mostra/evento, gli studenti sfideranno i “Milano Meneghins”, squadra tra le prime ad essere nate in Italia ed affiliata all’Associazione Italiana Quidditch.

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