Sicuri e flessibili per ripartire insieme

Tutto pronto per ripartire a settembre. L’intenso studio e il lavoro di questi ultimi mesi sulle nuove norme ha permesso di pianificare la riapertura della scuola a settembre a classi unite e un’attività didattica senza significative variazioni di orario.

Qualche cambiamento sarà inevitabile: ingressi diversificati e qualche servizio temporaneamente sospeso. Ma il desiderio di fare scuola in presenza è tale da non farci sentire il peso di qualche sacrificio. I mesi di lockdown sono stati ricchi di scoperte, mesi nei quali la Grossman, in verità, non si è mai fermata e durante i quali ha svolto un costante lavoro di ricerca dell’essenziale dal punto di vista didattico, culturale, educativo. Se riusciremo a non perdere questa ricchezza, potremo realizzare una rivoluzione nel nostro metodo di fare scuola e di collaborare per costruire insieme una scuola.

Il prossimo anno sarà, quindi, una vera sfida per tutti coloro che vivono, conoscono e costruiscono la nostra Fondazione. Dovrà portarci innanzitutto a rafforzare il senso di corresponsabilità nella costruzione dell’opera con le famiglie e con tutti gli stakeholder, dalle associazioni ai servizi del territorio, con l’attenzione di andare al fondo di ciò che significa ‘libertà di educazione’.

Il lavoro svolto e le nuove regole serviranno così a garantire una ripartenza in sicurezza. L’essere tutti a scuola compresenti, dall’infanzia al liceo, richiederà, infatti, un’attenzione da parte di tutti. Mai come ora è per noi centrale la presenza che ha assunto, proprio grazie a questi mesi di distanza, un significato nuovo nella nostra proposta educativa e culturale.

Alcune immagini dei progetti realizzati:

You – Story and glory of a masterpiece

Il saluto del Rettore alla prima del docu-film You, story and glory of a masterpiece.

Ieri sera il nostro Rettore, la professoressa Raffaela Paggi, è intervenuta alla prima del docu-film You, story and glory of a masterpiece, del regista Nicola Abbatangelo, tenutasi presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Il docu-film tratta della storia e del significato del quadro La Madonna Sistina di Raffaello, dipinta nel 1513 dal celebre pittore, di cui ricorrono quest’anno i cinquecento anni dalla morte. L’originalità dell’opera è quella di affrontare il significato del capolavoro di Raffaello attraverso lo sguardo dell’autore russo Vasilij Grossman, che dedicò al quadro un breve ma significativo racconto.

Qui di seguito potete leggere il testo del saluto della professoressa Paggi

Perché intitolare una scuola milanese a Vasilij Grossman?

Una scuola che accoglie i bambini di tre anni e propone un percorso che comprende tutto l’arco dell’istruzione, fino al liceo. Basterebbe leggere con attenzione il racconto La Madonna sistina di Grossman per trovare la risposta e la giustificazione a una dedica così ardita. Oserei dire che qualora avesse scritto anche solo questo racconto, Grossman si meriterebbe una scuola dedicata!

Scoprire, cogliere, «l’umano nell’uomo» – espressione ripetuta con insistenza nel racconto –  è infatti il compito più importante dell’educazione, intesa come introduzione del giovane nel giardino dell’essere, per esplorarlo con curiosità nei suoi particolari fino a coglierne la totalità, cioè il suo significato.

Nel racconto, la tela di Raffaello viene definita inizialmente con l’aggettivo «immortale», portando subito l’attenzione del lettore a concentrarsi sull’essenza dell’esperienza conoscitiva che Grossman fa osservandola: l’incontro con un segno, che è e al contempo significa, che è in tutta la sua «fragilità» («Vedo una giovane madre con un bambino in braccio») e che ha il potere di significare il destino, l’eternità, la vittoria dell’Essere su tutto il male della storia e della persona.

L’unità tra carne e bellezza, contingenza ed eternità, particolare e universale, che Grossman coglie osservando il dipinto, è all’origine del nostro desiderio di fare scuola. Il nostro motto è infatti Quando la ragione si fa scuola: non una ragione astratta e disincarnata, bensì quella apertura all’essere propria dell’uomo che si sorprende della sua umanità, dell’autenticamente umano, delle sue domande più profonde, implicandosi nello spazio e nel tempo, osservando, analizzando, interrogando i fenomeni naturali, le opere, i sistemi di pensiero, i fatti della storia…

«Umano nell’uomo»

Grossman ci è maestro anche nel consegnarci un metodo affinché l’umano possa ridestarsi e vincere in qualsiasi circostanza, anche negativa, della storia: non smettere mai di domandare e di desiderare, sperimentando «la gioia di essere creature vive su questa terra». In questo soprattutto consiste la piena libertà: «E accompagnando con lo sguardo la Madonna Sistina, continuiamo a credere che vita e libertà siano una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime dell’umano nell’uomo. Che vivrà in eterno, e vincerà».

Così finisce il racconto.

Mi auguro allora che questo docu-film possa essere l’occasione per noi innanzitutto, e per molti altri, di approfondire la conoscenza di Grossman, al fine di essere da lui introdotti alla scoperta dell’«umano nell’uomo». Perché tale scoperta è la condizione per il compimento di ciascuno dei nostri giovani, desiderosi di incontrare adulti vivi e liberi, disposti a prendere sul serio le loro domande e a sostenerli nella loro personale ricerca del significato della vita”

Down in the river to pray

Down in the river to pray è una canzone spiritual afroamericana. Il testo invita tutti a “scendere” al fiume a pregare e chiedere al Signore di indicarci la strada nella vita.

Questa versione è stata realizzata nel mese di maggio da 53 studenti delle tre sedi di Accademia Ambrosiana: via Bonomi, via Inganni e via Boncompagni. La canzone, orchestrata dal maestro Biagi e montata dal maestro Fontana, è cantata dal coro del maestro Castelli e dai cantanti, delle classi di canto moderno dei maestri Oriani e Cossu. Il tutto accompagnato da violini, flauti, chitarre, arpe, violoncelli dei maestri Lazzaroni, De Frè, Puccio, Fontana, Onsori, Dighera, Canevari, Drufuca, Biagi.

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