16 novembre 2019
Licei Classico e Scientifico
Ich bin ein Berliner: ricucire per il futuro
Docenti: Gabriele Zani, Antonia Chiesa, Guido Guerzoni e Davide Navarria
La mostra ripercorre dal punto di vista storico e urbanistico le principali tappe della divisione di Berlino e della Germania nel secondo Novecento: la spartizione del territorio dopo il secondo conflitto mondiale, la successiva costruzione del Muro, lo scandalo della sua permanenza per 28 anni, il suo abbattimento, la conseguente fine del blocco sovietico.
La frase che dà il titolo alla mostra è tratta dal celebre discorso pronunciato il 26 giugno 1963 da J. F. Kennedy durante la visita a Berlino ovest, con cui il Presidente degli Stati Uniti voleva manifestare la sua condivisione dell’anelito di libertà e resistenza di una popolazione completamente circondata da una barriera fisica, simbolo tangibile della spaccatura del mondo in due blocchi.
Costruendo la mostra, nel trentesimo anniversario del crollo del Muro, ci siamo chiesti: è possibile, in un’epoca definita spesso post-ideologica, ricostruire una città, una società? Restituire dignità alla persona? Da dove ripartire? Con quali speranze?
Nel confronto con gli studenti, durante la preparazione, sono emerse domande significative e profonde. Una, in particolare, ci è sembrata rilevante: il desiderio di libertà che il popolo della Germania est ha variamente espresso durante il totalitarismo è stato soddisfatto dopo il crollo del Muro e con la riunificazione della Germania? La libertà democratica dell’Occidente del benessere è vera libertà?
Prendendo seriamente in considerazione tali questioni abbiamo ritenuto opportuno approfondirle, imboccando così una direzione differente rispetto all’ipotesi con cui abbiamo iniziato la ricerca. Questa deviazione ci ha permesso così di tornare poi alla questione posta all’inizio con maggiore consapevolezza.
Conquistati dalla Luna
La grandezza dell’uomo in rapporto con una realtà difficile
Docenti: Laura Galetti, Paola Camastra, Renato Del Monte
Classi: tutte
Scrive Pavese ne «Il mestiere di vivere »: “Ogni cosa che ci è accaduta è una ricchezza inesauribile: ogni ritorno a lei l’accresce e l’allarga, la dota di rapporti e l’approfondisce”.
Ciò vale per la singola persona e per l’intera umanità. Forse è proprio in questo l’importanza delle ricorrenze: accorgersi della ricchezza e della profondità di fatti accaduti. 20 luglio 1969, per la prima volta gli uomini raggiungono la Luna e scendono sulla sua superficie.
Un sogno coltivato da millenni si realizza grazie all’impegno di un’intera nazione per un decennio segnato anche da gravi errori e da tragici eventi, oltre che da enormi progressi nella conoscenza scientifica e tecnica.
Ripercorrere questa gigantesca impresa significa conoscere le esperienze di migliaia di persone che a livelli diversi e in forme diverse hanno mostrato al mondo la grandezza dell’uomo, nel suo coraggio, nella sua audacia, nella sua intelligenza di imparare dagli errori, nella sua disponibilità al sacrificio, compreso quello della vita; a cominciare dal Presidente Kennedy.
La mostra è proposta a tutti come occasione di accrescere, allargare, dotare di rapporti e approfondire la conoscenza di un fatto, fino a scoprirne gli insegnamenti e le analogie con la vita di ciascuno.
“Yet there is method in it”.
Fools and Maniacs in English Literature
Docenti: Carlotta Boni, Elena Rivolta, Giulia Della Greca
Classi: 3°, 4°, 5
La letteratura inglese, così come quella mondiale, conosce da sempre la figura del “pazzo”, del freak, del reietto sociale. Curiosamente, questi personaggi hanno in comune non solo la follia, ma anche altre, preziose qualità. Sono spesso elementi chiave di drammi e commedie; intrecci complessi, situazioni drammatiche o travagliate vengono risolti grazie al loro intervento.
Qual è dunque il ruolo del fool in letteratura? C’è una differenza tra fool e maniac? Che cosa svela il pazzo agli eroi delle opere? E cosa dice a noi quest’insistenza letteraria sul ruolo che gioca in una vicenda complessa della vita un pizzico di follia?
Dalla tragedia greca a Shakespeare fino al recentissimo Joker, la mostra si pone come obiettivo quello di indagare, in testi scelti, questo topos letterario.
Il clima sta cambiando… e noi?
Docenti: Paola Pasquin, Debora Affer, Paola Bonari
Classi: tutte
Il tema dei cambiamenti climatici interessa giovani e adulti, anche a motivo di una forte risonanza mediatica.
Scopo della mostra è individuare il metodo adeguato per addentrarsi in un problema complesso. Saranno messi in luce i fattori essenziali del problema dal punto di vista scientifico: fatti consolidati, modelli di riferimento e ipotesi sul contributo antropico. Per arrivare ad ampliare lo sguardo alla crisi ambientale e interrogarsi sul rapporto adeguato tra l’uomo e la natura.
A onor del vero
Docenti: Giovanni De Luca, Letizia Carito, Sara Merli, Elena Beltrani
Classi: tutte
L’etimologia permette di avvicinarsi al cuore delle parole. Come afferma il linguista Ferdinand de Saussure, chi fa etimologia è un po’ come un geologo: scende in profondità e ricerca l’origine delle parole, poi risale rendendosi conto che le lingue non sono mai isolate ma sempre in rapporto reciproco.
Con questa mostra abbiamo intenzione di indagare in che modo l’etimologia contribuisca ad una comprensione approfondita della lingua; per fare ciò, metteremo in campo strumenti e competenze che spesso chi studia una lingua classica possiede, anche senza saperlo. I destinatari della mostra verranno così introdotti al tema e potranno poi cimentarsi in quesiti etimologici di vario genere.
Infinitamente piccolo
Docenti: Giorgio Salvato, Andrea Maggi
Classi: 3°, 4°, 5°
La mostra ha lo scopo di esplorare diverse esperienze nel campo dell’arte e della matematica in cui la realtà è stata indagata nella sua dimensione infinitamente piccola, giungendo spesso a dei paradossi.
Lo studio di problemi matematici come l’incommensurabilità, la lunghezza di una linea, l’estensione di una superficie, la geometria dei frattali, etc. e l’incontro con le opere di alcuni artisti permetteranno di comprendere in che modo l’indagine su ciò che appare come contraddittorio possa aprire nuovi inaspettati orizzonti nella conoscenza.
Game of math
Docenti: Michele Invernizzi
Classi: biennio
«La matematica è il gioco più bello del mondo. Assorbe più degli scacchi, scommette più del poker e dura più di Monopoli. È gratuita. E può essere giocata ovunque – Archimede lo ha fatto in una vasca da bagno». (Richard J. Trudeau, matematico del ‘900).
Cos’è la matematica? Come nasce una teoria matematica? Proviamo a scoprirlo risolvendo indovinelli e cercando le strategie vincenti in alcuni giochi.
Esempi:
• Trovare una strada che permetta di attraversare tutti i ponti una sola volta (figura sopra).
• Situazioni del risiko, del poker ecc.
Amor condusse noi ad una morte
Docenti: Daniela Muzio, Davide Ori, Benedetta Ziglioli
Classi: 3°, 4°, 5°
Ma è davvero Amore, se porta a morte? Nelle celebri parole di Francesca nel V canto dell’inferno della Commedia c’è qualcosa che stride.
La lettura argomentativa del passo dantesco, sviluppata nel percorso preparatorio alla luce di questo stridore, viene oggi proposta nella forma di un’originale drammatizzazione.
Perché il rugby?
Docenti: Michele Marzona, Maddalena Giupponi
Classi: tutte
«Nel rugby si corre verso la meta. Tutta la nostra vita tende a una meta; e questa ricerca è faticosa, richiede lotta, impegno, ma l’importante è non correre da soli! Per arrivare bisogna correre insieme, e la palla viene passata di mano in mano, e si avanza insieme, finché si arriva alla meta. E allora si festeggia». (Papa Francesco 2013)
Lo sport è condivisione, cooperazione, non c’è spazio per l’individualismo. Questo è il concetto su cui si fonda il rugby.
È uno sport che richiede sacrificio, impegno e a volte sofferenza. Non si può avanzare da soli, occorre continuamente ripartire passando il pallone a un compagno più indietro, accettando di cadere per rialzarsi. Aiuto, unità, quindi squadra, tutti sono chiamati ad essere partecipi e protagonisti nel gioco. Non esiste altro sport, come il rugby, in cui questi valori vengono così esaltati.
Hong Kong nuova Berlino?
Docenti: Miriam Maronati, Benedetta Crepaldi, Silvia Gatti
Classi: tutte
Da giugno ad oggi ad Hong Kong decine di migliaia di studenti, famiglie e comuni cittadini, accordandosi sui social network, si radunano in centri commerciali, aeroporti, strade e altri punti nevralgici del paese ogni fine settimana. Cosa li unisce? Che cosa vogliono?
Nel 1997 Hong Kong da colonia britannica è diventata una regione amministrativa speciale della Repubblica popolare cinese: cosa è cambiato per chi vive lì? In cosa questo territorio si differenzia rispetto al resto della Cina? Cosa potrebbe succedere nel 2047, quando verrà messa in discussione la sua autonomia?
Vogliamo indagare attraverso vicende storiche, fonti giornalistiche e testimoni questo fenomeno di protesta inusuale, che uno dei protagonisti delle manifestazioni associa ad un episodio abbastanza recente della storia europea: «Hong Kong è la nuova Berlino nella nuova Guerra Fredda». È così?
Una questione di equilibrio
Docenti: Marina Galuppo, Elisabetta Suman
Classi: 1°,2°, 3° Scientifico, 3°, 4° Classico
Il percorso della mostra parte dalla ripresa e dall’approfondimento dei primi contenuti che si incontrano nel percorso di fisica: il concetto di forza, di momento e di pressione e le condizioni di equilibrio di un corpo.
Lo studio dell’equilibrio di un oggetto reale è in generale un problema complesso: tale studio è fondamentale per atleti ed equilibristi ed è alla base di tutti i lavori collegati alla costruzione di edifici, di strutture portanti e di macchine.
Utilizzando il metodo specifico della Fisica, siamo partiti dall’osservazione di alcune situazioni reali e per poterle descrivere abbiamo introdotto alcune grandezze fisiche: attraverso la ricerca di ciò che è essenziale e caratterizzante il fenomeno, siamo giunti alla formulazione di ‘modelli descrittivi’, dal modello più semplice di ‘punto materiale’ per lo studio dell’equilibrio di traslazione a quello più complesso di ‘corpo rigido’ per determinare le condizioni relative all’equilibrio di rotazione dei corpi materiali fino allo studio dell’equilibrio dei fluidi.
Formulati i modelli e le leggi che governano i fenomeni, il metodo scientifico richiede la verifica sperimentale per scoprire il potere descrittivo e preditivo di tali leggi: abbiamo così studiato alcune situazioni di equilibrio rintracciabili nella realtà di tutti i giorni e abbiamo costruito alcuni esperimenti in cui le leggi studiate si rendessero evidenti.