“Ho accettato l’invito a parlarvi per raccontarvi qualcosa di una pagina di storia poco nota e spesso strumentalizzata da interessi ideologici e politici. E’ una storia che ho vissuto io con la mia famiglia, i miei amici, i miei concittadini e tante centinaia di migliaia di altre persone.”
Così ha avuto inizio l’incontro con degli studenti delle classi terze con Mario Viscovi, esule istriano durante il secondo Dopoguerra.
Ha raccontato la storia della sua famiglia e della sua terra, dalla dominazione austriaca (sotto cui ha vissuto sua mamma) fino alla rocambolesca fuga sua e dei familiari verso l’Italia, terra di salvezza durante anni terribili in cui i partigiani titini hanno eliminato nelle Foibe gli istriani di origine italiana.
In questo modo una pagina di storia contemporanea, caratterizzata da tante problematiche ancora non risolte, è improvvisamente apparsa vicina ai noi, alle nostre vite, alle nostre famiglie (il sig. Viscovi è infatti nonno di uno studente di terza).
È stato un momento importante per riscoprire il valore della memoria del nostro passato, anche recente, come nel 2015 la presidente Boldrini ha detto agli esuli: “L’Italia vi deve molto perché con instancabile impegno avete impedito che fosse cancellata la memoria dell’orrore”.
Un’occasione preziosa, infine, per lanciare l’uscita didattica appena vissuta dai ragazzi di terza a Trieste, nella quale hanno potuto scoprire sul posto le tracce di questo “recente passato” attraverso i testimoni diretti, dai sopravvissuti alla prigionia nazista alle poesia di Umberto Saba.
I professori di Storia delle classi terze
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