Orientamento universitario: incontro con Emilio Faroldi

“Scegliete ciò che vi appassiona, scegliete un mestiere che ha una storia e reinterpretatelo con curiosità. Il segreto: abitudine a viaggiare -anche rimanendo a casa vostra- e immaginazione per trasformare l’ambiente in cui viviamo”.

Emilio Faroldi, pro-rettore del Politecnico di Milano e architetto dalla attività professionale ben avviata, ha lasciato il segno lunedì scorso all’incontro di Orientamento per la scelta universitaria: con la sua cordialità e il suo senso pratico, con la sua riflessione teorica e la sua esperienza, ha motivato gli studenti di quarta e quinta liceo classico e scientifico ad essere protagonisti del proprio futuro.

La figura dell’architetto – ha spiegato Faroldi – coniuga interessi umanistici e scientifici e si muove in una forma organizzativa professionale d’equipe. Progettare significa prefigurare la trasformazione della realtà in cui ci troviamo, in considerazione dello studio della storia e delle esigenze del futuro, e a servizio degli abitanti dello spazio costruito sia nella loro diversità sia rispetto a ciò che hanno in comune. La creatività nasce dunque dal saper cogliere gli stimoli del presente, coscienti che la bellezza del territorio è un bene comune e lo spazio è del tutto condiviso. L’intelligenza di una soluzione che determina una vera rigenerazione deriva pertanto da uno spirito critico allenato e da un approccio non unilaterale, ma calibrato secondo le specificità del caso in esame.

Emilio Faroldi ha infine mostrato due progetti recenti che lo hanno coinvolto negli ultimi anni: quello non realizzato dello stadio del Milan al Portello e quello completato dei laboratori del gruppo farmaceutico Chiesi.

Per eventuali approfondimenti: https://youtu.be/iHRPMXWTFDQ

 

Secondaria – Paleontologi per un giorno

Diventare paleontologi per un giorno si può fare. I ragazzi delle classi 3B e 3C della Scuola Secondaria si sono recati, infatti, presso il Museo Civico di Storia Naturale a Milano per un “laboratorio di paleontologia generale”. L’attività comprendeva simulazione di scavo paleontologico, analisi e classificazione di fossili autentici e approfondimenti sui processi di fossilizzazione.

L’esperienza ha permesso ai ragazzi di sperimentare in prima persona alcuni metodi di studio delle forme di vita passata.

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Primaria – Tra fiato e tasti per scoprire gli strumenti

Si è svolto il primo dei tre incontri organizzati con l’Accademia Ambrosiana per far scoprire gli strumenti musicali ai bambini delle elementari. Oggi è stato il turno delle classi terze della Scuola Primaria che hanno incontrato le sonorità del pianoforte e del flauto.

Grazie alla presentazione delle professioniste Claudia Tallini e Silvia De Fré, i bambini hanno curiosato meccaniche e boccole, tastiere e sonorità differenti così da scoprire gli strumenti e il loro calore sonoro. Hanno scoperto la possenza del pianoforte e la sua duttilità nel riprodurre partiture per orchestra trascritte appositamente per lui. Mentre la dolcezza del suono del flauto traverso e dell’ottavino ci ha fatto rivivere scene tratte dalle fiabe musicali, quali Pierino e il lupo di Prokof’ev e La bella addormentata di Tchaikovsky.

Tra le esperienze musicali da vivere, questa rimane per i ragazzi una tra quelle memorabili e certamente da ripetere.

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Primaria – Pierino e il lupo. Buona la prima!

Le classi terze della Scuola Primaria, per festeggiare il carnevale hanno scelto di portare in scena lo spettacolo Pierino e il lupo. Facendo un lavoro congiunto tra musica e arte hanno realizzato una drammatizzazione dello spettacolo con loro come protagonisti.

Per prepararsi al meglio, una settimana prima, hanno guardato l’opera teatrale di Sergej Sergeevič Prokof’ev, notando come ogni strumento rappresentasse un personaggio. Pierino dagli archi; l’anatra dall’oboe; il lupo dai tre corni e così per tutti gli altri. Un elemento centrale perché, durante la drammatizzazione ogni personaggio era chiamato in scena dal suono di quel particolare strumento. Spettava a ciascun bambino capire quando toccava a lui.

Nei giorni seguenti durante la lezione di arte hanno creato gli oggetti di scena necessari a riconoscere ogni personaggio. Chi faceva il gatto aveva un cerchietto con due orecchie feline; l’uccellino aveva due ali e un becco; invece Pierino aveva un cappello diverso da quello dei cacciatori. Per rendere il lavoro ancor più approfondito hanno guardato in classe anche la versione dysneiana della storia di Pierino e il lupo, maggiormente apprezzata per la mancanza di parti tristi. Per concludere hanno riprodotto lo spettacolo in classe davanti alle maestre e nonostante non avessero fatto prove, sono stati perfetti. Buona la prima!

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by Alternanza Scuola-Lavoro (Mina, Rusmini, Tettamanti)

Licei – William Congdon: sintesi dell’espressione

Gli studenti dell’ultimo anno del Liceo Classico e Scientifico si sono avvicinati all’opera di William Congdon dopo aver visto le celebri interviste di Red Ronnie a Congdon e avere riflettuto sul contesto storico-artistico del secondo dopoguerra in America. Lo spunto iniziale è scaturito da numerosissime e radicali provocazioni sorte in aula da quando nel programma di Storia dell’Arte ha cominciato a farsi strada l’arte non figurativa. Che relazione c’è fra espressione e tecnica? Perché un’assenza di forma veicola un contenuto? Perché l’arte informale dovrebbe essere più profonda dell’arte figurativa? L’arte stessa può essere un limite all’espressione di sé?  Se le opere di un autore sono così personali come possono essere condivisibili? 

Modalità di approfondimento

La modalità di approfondimento proposta ha coinciso con un’ora e mezza di osservazione di una quindicina di opere, appositamente selezionate all’interno della William Congdon Foundation di Buccinasco. Oltre al dialogo con Giorgio Gandolfi della Fondazione Congdon e la docente di Storia dell’Arte Antonia Chiesa su questioni ampie e specifiche di espressione artistica. La percezione visiva e tattile è stata pertanto sollecitata da evidenti aspetti di profondità della materia scabra, sperimentazione compositiva e tecnica, molteplicità dei punti di vista, vigore del gesto pittorico, sobrietà del concetto spaziale, sovrapposizione fra vista e memoria. Anche nel caso di chi ha infine dichiarato di non apprezzare la pittura di Congdon.

L’opera dell’artista esprime infatti in modo eloquente tutta la sua vicenda umana, avventurosa e affascinante, oscillando fra concettualizzazione astratta e appiglio realistico. Le città, il traffico, i lampioni, i crocefissi, i campi, i cieli, l’orizzonte, i fossi e la nebbia diventano domande provocatorie sull’essenza del reale: i solchi sulla terra nera sono ferite nella carne, una lama d’argento del fosso nel campo è un riflesso improvviso di luce, lo strapiombo di una roccia è il rovinare della materia in un baratro. La ricerca di Congdon spazia nella profondità della voragine, nel pieno della luce dell’orzo maturo, nella densità della nebbia, nella malinconia della terra arata.

“Quale opera hai preferito?”

È stata la domanda rivolta a ciascuno studente. Le risposte diverse hanno rivelato una rielaborazione personale approfondita dei contenuti proposti e un confronto sincero con la propria esperienza. «Preferivo i crocifissi del Duecento con la loro geometria severa, ma questo di Congdon mi provoca un’intensità sorprendente», «Devo confessarlo: ero scettica sull’arte ‘priva di forma’, ma l’opera che preferisco fra queste è senza dubbio quella quasi monocromatica, Orzo 4».

«Alla fine non ti ricordi esattamente lo specifico di un’opera», sostiene uno studente, «ma come ha reagito a uno stimolo esterno, e la provocazione dell’artista ti spinge a prendere una posizione personale paragonabile alla sua rispetto a quello che vedi e alle esperienze che fai». La sensibilità di un altro studente apre contemporaneamente il campo ad ulteriori, radicali approfondimenti: «può il dolore essere confinato in un’opera d’arte?»

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Come si diventa grandi? Il video dell’incontro

Come si diventa grandi? A questa domanda il prof. Daniele Gomarasca, coordinatore didattico della Scuola La Zolla, ha cercato di dare risposta attraverso la lettura di alcuni passi dell’Odissea dedicati alla figura di Telemaco e alcuni “scritti” dei suoi studenti. Un viaggio alla scoperta di come si diventa grandi, di come noi adulti possiamo favorire l’accadimento di una crescita buona, cioè orientata al bene.

“Per un figlio la ricerca del proprio posto nel mondo coincide con la scoperta delle proprie origini, sapere a chi somiglia, di chi sono i suoi occhi e la sua testa”. Un cammino che i nostri ragazzi non possono fare da soli ma “camminando sulle orme di una dea”.

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Scuola Secondaria – Elisir d’Amore di Donizetti

Le classi seconde medie hanno partecipare alla rappresentazione di Elisir d’amore presso il Teatro alla Scala. Tra palchetti e platea abbiamo seguito per 70 minuti, tempo ridotto dell’opera che vuole destinarsi ai giovani, la storia dell’amore tormentato di Nemorino per la giovane e capricciosa Adina. Salvifico fu l’Elisir della regina Isotta, un portentoso liquido che celava la semplicità di un vino francese, venduto dal ciarlatano Dulcamara. Grazie alle bugie di quest’ultimo Nemorino riesce a conquistare il cuore di Adina e Dulcamara divenne un ricco guaritore.

La maestosità del Teatro alla Scala ha regalato ai ragazzi un’emozione impensabile. La gioia mista ad eccitazione e stupore li guidava alla ricerca dei particolari oltre che all’attenzione e concentrazione, necessari alla comprensione dei testi cantati. Al termine della rappresentazione molti di loro hanno voluto ripercorrere i momenti più significativi e divertenti, segno di un profondo spirito di osservazione e condivisione di una gioia comune.

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Scuola Secondaria – Dal dialogo l’incontro con una persona e la sua cultura

“La cultura dell’incontro, la cultura del dialogo questa è l’unica strada per la pace”. (Papa Francesco)

Questa frase di Papa Francesco descrive perfettamente l’incontro avvenuto oggi tra i nostri ragazzi delle classi seconde della Scuola Secondaria di I Grado e il rabbino Paolo Sciunnach, professore di ebraismo presso il Liceo della Scuola ebraica di Milano.

Un momento durante il quale gli studenti hanno potuto porre le numerose domande sorte durante l’ora di religione nell’affrontare il percorso di introduzione all’ebraismo. I ragazzi e il rabbino Sciunnach hanno così dato vita a un intenso e affascinante dialogo che li ha portati ad affrontare i più disparati temi, dal valore del matrimonio al rapporto tra le religioni passando persino per il conflitto arabo israeliano, senza precludersi nulla in un clima di libertà e curiosità reciproca.

La modalità scelta per impostare questo momento, fatto di domande e risposte, ha permesso ai nostri ragazzi di comprendere come solo attraverso un dialogo sia possibile realizzare l’incontro e la conoscenza con altre persone, siano esse vicine o lontane per cultura e storia.

 

Eduscopio 2018. Celebriamo i veri vincitori

“Perché per noi i veri vincitori di Eduscopio sono stati gli studenti e gli insegnanti, di cui alcuni sono ancora qui a dimostrazione di una storia e di una tradizione che continua”.

Con queste parole Silvio Bosetti, presidente del Cda, ha spiegato la scelta di organizzare un momento per celebrare chi ha permesso al Liceo Classico di raggiungere il primo posto nell’ultima edizione di Eduscopio.

L’evento, fortemente voluto dalla Preside Regoliosi e dal Presidente Bosetti, è stata l’occasione per riunire gli studenti e i docenti dei tre anni scolastici valutati dalla Fondazione Agnelli. Ma soprattutto un momento per chiedere ai protagonisti di raccontare il segreto di quegli anni e il successo di una scuola che in soli 10 anni ha scalzato licei dalla storia centenaria.

Per l’ex-alunno Pietro Pozzoli la ricetta è tanto evidente quanto semplice “la passione per lo studio è esplosa attraverso il rapporto tra di noi, un’amicizia nella classe che era uno spronarsi a seguire la proposta dei professori e della scuola.

Una risposta che pone al centro la persona e la forma con cui ci si muove nella realtà: i rapporti. Il merito non è quindi ascrivibile unicamente ai ragazzi o ai docenti e nemmeno alla sola proposta educativa ma da ricercare nell’incontro vincente tra due libertà.

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by Alternanza Scuola-Lavoro (Mina, Rusmini, Tettamanti)