«Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto»
(Esodo 23, 9)
Docenti: Distilo – Grillo – Sansonetti – Teggia Droghi – Versace
Per quale motivo nella Bibbia Dio comanda al suo popolo di rispettare il diritto del forestiero, dell’orfano e della vedova?
Che cosa ha permesso a Dostoevskij di non soccombere all’odio nei confronti dei suoi compagni di prigionia?
Abbiamo qualcosa in comune anche con le persone che ci sembrano più lontane?
Che contributo può offrire la scuola per rispondere a queste domande?
N.B.: Nella seconda parte della preparazione un gruppo ristretto si è dedicato al lavoro di traduzione in inglese dei pannelli. Abbiamo proposto ciò innanzitutto perché permette di approfondire la consapevolezza che l’orizzonte del nostro lavoro scolastico è il mondo. Inoltre il continuo confronto tra le due lingue offre la possibilità di scoprire ancora di più il senso del contenuto della mostra
Tutti per ONU, ONU per tutti?
Docenti: Capitani – Lattanzi
Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, […] abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini.
(Dal preambolo delle Nazioni Unite)
Il 26 giugno di settant’anni fa, a II guerra mondiale ormai conclusa e come segno del nuovo tempo che l’umanità voleva iniziare, 51 Paesi firmavano a San Francisco un accordo per vivere in armonia e unità il loro rapporto e dimenticare gli orrori della guerra. Tale accordo rappresenta la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni unite, che oggi raccoglie 193 Paesi.
Che cos’è l’ONU? Che cosa decide? Ha senso oggi mantenere la stessa struttura del 1945?
Questa Organizzazione tiene fede a quello che si ripromette nel preambolo del suo statuto?
Il percorso della mostra vuole capire come si struttura l’organizzazione, tratteggiarne brevemente la storia e gli interventi, avendo come orizzonte queste domande.
Che c’è da ridere?
Docenti: Villella – Mauro
Hai mai visto una commedia antica? Dimentica il politically correct, ciò che si può dire o non si può dire; preparati a sentirti criticato ed eventualmente a cambiare; vedrai che gli uomini cosiddetti “distinti” non lo sono poi così tanto e che a volte i cattivi si svelano più umani e comprensivi di tutti; potrai fare un viaggio sulle nuvole o negli inferi, ma in qualche modo sarai sempre costretto a tornare alla realtà. Tutto è lecito per un poeta comico antico, purché l’ascoltatore sia provocato a rendersi conto di quello che lo circonda nella vita di tutti i giorni.
La commedia antica sa coniugare ironia sottile, risata spassosa e riflessione – in particolare politica: il poeta è come un maestro, una guida della comunità; egli non è mai cinico, spesso è polemico, ma sempre critica per costruire qualcosa di buono: possibile che abbia da dire qualcosa anche a noi?
La materia trasfigurata
Docenti: Peroncini
Che cos’è un’icona? Non un quadro né un’opera d’arte innanzitutto ma una finestra sull’infinito.
La mostra che abbiamo realizzato insieme vuole offrire al visitatore uno sguardo all’esperienza cristiana d’oriente, spesso sconosciuta eppure così essenziale alla nostra cristianità occidentale. Questo viaggio comincia proprio dalla presentazione e dallo studio dell’oggetto più tipico di questa tradizione: l’icona. Con quale scopo vengono disegnate? Perché sembrano tutte uguali? Chi disegna l’icona? Come si preparano le tavole? Dove andrebbero collocate? Perché la prospettiva usata è ‘sbagliata’? E ancora: si può uccidere per un’icona o dare la vita per essa? Cosa c’è in ballo in questo modo di rappresentare il divino? A queste e ad altre domande intendiamo rispondere.
Il Tchoukball
Docenti: Giupponi – Nuvoli
Il Tchoukball è nuovo gioco di squadra nato in Svizzera, negli anni ’70 da un medico sportivo, Hermann Brandt.
Arriva in Italia nel 2001 e viene fondata la Federazione Tchoukball Italia; nel 2006 viene organizzato il primo campionato italiano.
Il 21 ottobre 2001 viene riconosciuto dall’ONU “sport della pace”. Il nome non proviene da nessuna lingua, ma deriva dal rumore che la palla produce quando colpisce il pannello. Questa attività, come tutti gli sport di squadra, favorisce un lavoro unitario indispensabile per poter raggiungere lo scopo del gioco.
In questa mostra, oltre a conoscere questa nuova disciplina, l’intento è quello di approfondire un lavoro già iniziato durante le lezioni di Scienze Motorie con la pallamano. Abbiamo chiesto a coloro che hanno partecipato a questa mostra la disponibilità di cimentarsi in questa nuova disciplina che durante l’Open Day ha coinvolto in modo attivo anche il pubblico.
Forma e funzione sono inscindibili in natura
Docenti: Affer – Galetti – Galotto – Lanzoni – Pasquin
Perché una cellula muscolare è diversa come forma da una cellula nervosa? Perché le ossa degli uccelli sono cave? Le proprietà dell’acqua da che cosa dipendono? È importante la tridimensionalità delle proteine? Queste domande ci hanno fatto riflettere sulla correlazione tra forma e funzione ad ogni livello dell’organizzazione biologica, quello macroscopico e quello microscopico, e anche nel mondo inanimato, come segno di ordine interno e come risultato di una storia nei minerali e nella geomorfologia.
Questa evidenza viene dettagliata attraverso gli argomenti che anno per anno si affrontano in classe.
N.B.: Nella seconda parte della preparazione un gruppo ristretto ha lavorato su materiale di studio in lingua inglese. Abbiamo proposto ciò innanzitutto perché permette di approfondire la consapevolezza che l’orizzonte del nostro lavoro scolastico è il mondo. Inoltre il confronto tra le due lingue offre la possibilità di scoprire ancora di più il senso del contenuto della mostra.
L’ordine nel cosmo
Docenti: Suman – Galuppo – Del Monte
La mostra ha come scopo lo studio di alcuni momenti storici nei quali la ragione si è impegnata a ricercare un ordine nel cosmo; infatti, nelle diverse epoche, essa è partita dall’osservazione degli oggetti celesti e dei loro moti fino a ipotizzare le leggi e le cause che li governano.
I 3 momenti sono:
- Astronomia antica: dalle prime osservazioni dei pitagorici, attraverso il modello aristotelico, fino all’Almagesto scritto da Nicolò Tolomeo nel II sec. d.C.
- Astronomia rinascimentale: dall’ipotesi copernicana, attraverso le osservazioni e le realizzazioni tecnologiche di Tycho Brahe e Galileo Galilei, fino alle spiegazioni cinematiche e dinamiche di Keplero e Newton.
- Cosmologia moderna: dall’intuizione di oggetti mobili al di fuori del sistema solare, attraverso l’ipotesi di un universo in espansione, fino alla missione spaziale del satellite Planck.
Di ogni momento storico sono state evidenziate le domande aperte, le problematiche irrisolte e l’itinerario ininterrotto di ricerca.
Tutto il lavoro si è svolto attraverso la visione di numerosi filmati, la lettura di alcuni testi scientifici originali, la progettazione di alcuni semplici modelli astronomici e una conferenza con un astrofisico impegnato nella ricerca odierna.
I primi due momenti sono stati accessibili a tutti; l’ultimo a studenti di quarto e quinto anno, verso i quali era più indicato.
Teoria del caos: nella complessità un ordine
Docenti: Maggi – Salvato
Ha senso parlare di una “teoria del caos”? In effetti i due termini descrivono due situazioni opposte: il primo è sinonimo di ordine mentre il secondo viene usato per indicare un evento del tutto casuale ed imprevedibile.
Fino all’inizio del XX secolo i fisici ritenevano che tutti i processi dell’universo fossero perfettamente prevedibili; tale convinzione ha origine dalla legge gravitazionale universale formulata da Newton, la quale assicura che se è conosciuto lo stato iniziale di un corpo, cioè la posizione e la velocità, e la forza che agisce su esso, è possibile determinare con precisone la traiettoria seguita. Questo assunto sembra ragionevole dal momento che nell’esperienza si può osservare che a piccole differenze nelle condizioni iniziali corrispondono piccole discrepanze nei risultati finali.
Tuttavia ci sono fenomeni naturali comuni, come le fluttuazioni del tempo atmosferico e le dinamiche bio-evolutive, che mostrano il contrario!
Con l’espressione “effetto farfalla” si fa riferimento al concetto che una piccola variazione nelle condizioni iniziali possa tradursi in un risultato completamente diverso da quello atteso: il battito d’ali di una farfalla all’equatore potrebbe causare un uragano là dove inizialmente era previsto bel tempo.
Questi fenomeni – detti caotici – non sono tuttavia imprevedibili: sotto il comportamento in apparenza casuale nascondono sempre un certo ordine.
Nell’integrazione (e quindi mostra) sono stati analizzati alcuni fenomeni caotici con lo scopo di esemplificare come la ragione umana di fronte ad un aspetto della realtà complesso e irregolare, che mostra l’inadeguatezza di un modello interpretativo consolidato, cerca di individuarne un altro in grado di descriverlo nella sua interezza.
Una riflessione sull’abitare dell’uomo. Urbanistica, architettura e storia
Docenti: Morabito – Giornelli – Elli
«È certamente complesso definire i contenuti di una città: infatti la città avrà, oltre a quelli urbanistici, contenuti culturali, contenuti politici, contenuti economici, sociali, etc. […] I contenuti urbanistici riflettono più o meno apertamente gli altri contenuti della città, proprio perché la struttura della città è stata costantemente influenzata dalla sua cultura, dalla sua politica, dalla sua economia: ma dovranno, per essere urbanistici, rappresentare specificamente la manifestazione spaziale degli altri contenuti».
G. Campos Venuti, Amministrare l’urbanistica
Abbiamo inteso guardare e studiare l’assetto urbanistico di alcune grandi città europee (ad esempio Milano, Parigi, Madrid, Berlino), per provare a ritrovarvi i segni di alcune delle principali vicende che hanno segnato la loro storia. Lo scopo è stato quello di riflettere sul cambiamento architettonico e urbanistico, avvenuto lungo i secoli, cercando di cogliere le diverse concezioni di uomo e società che hanno fatto scaturire, di volta in volta, le diverse modalità di organizzare l’abitato umano.
Si è voluto, pertanto, cercare di esemplificare la profonda unità che esiste tra storia, cultura e architettura, per favorire una visione più consapevole delle città contemporanee.
Ritorno al futurismo “Verrà un tempo in cui il quadro non basterà più”
Docenti: Crepaldi – Le Donne – Sangiorgi
Una sera del 1909 i rumori della strada e delle macchine risvegliano Marinetti e i suoi amici dal torpore del decadentismo passatista.
La nascita delle grandi metropoli associata al diffondersi delle nuove tecnologie, la comparsa della classe operaia e infine il tragico epilogo della Prima Guerra Mondiale, suscitano l’esigenza di una nuova arte che parli del presente al presente.
Tramite la lettura del manifesto di fondazione, di pittura e scultura futurista, l’analisi di alcune delle opere dei principali artisti e una visita a Museo del ‘900 vogliamo rispondere alle seguenti domande:
Perché i futuristi sentono l’esigenza di cambiare? Che cosa creano di nuovo e cosa mantengono della tradizione? Che idea di arte emerge dai manifesti?
N.B. Nella seconda parte della preparazione parte del gruppo si è dedicato, con l’aiuto dell’insegnante di lingua, al lavoro di traduzione dei pannelli più inerenti alla storia dell’arte.
Mostra (PDF – 1) – Mostra (PDF – 2) – Video