Coronavirus. Uno sguardo realista sulla realtà
“Abbiamo sempre tutti un urgente bisogno di incontrare uno sguardo realista – e perciò positivo – sulla realtà”.
Così scrive al rettore un papà alle prese con un diverso modo di fare scuola… buona giornata a tutti!
Gentile Professoressa Paggi,
grazie per il suo video messaggio. Abbiamo sempre tutti un urgente bisogno di incontrare uno sguardo realista – e perciò positivo – sulla realtà. Il suo è stato un messaggio di rilancio per noi, grandi e piccoli, e di umiltà: grazie! Ieri a casa nostra abbiamo letto con mia figlia Cecilia e alcune sue compagne i canti XVII e XVIII del Purgatorio, trovando così occasione di riflettere sul mistero della nostra libertà e di sfruttare il tempo secondo il suo prezioso suggerimento.
Dopo aver ascoltato il suo video ho letto per caso una poesia di Fortini che mi ha sorpreso, per attinenza alle vicende presenti. Forse la conosce; s’intitola I destini generali: si percepisce in essa la sofferenza per la lunga catena di conseguenze sociali e psicologiche della guerra mondiale, ma anche della lugubre guerra fredda (la poesia è del 1955) e l’assoluta urgenza di poter sperimentare in noi stessi la vittoria sul male, senza della quale propagheremmo, come un virus invincibile, il male nella catena della storia. Gliela invio per gratitudine.
Alberto Mina
I DESTINI GENERALI
di Franco Fortini
È vero che sono stanco:
questo scendere scale e salire
deride, finché uccide, gli stanchi.
Avere negli occhi pomeriggi interi
Soli agri, irrazionali realtà!
Se nemmeno l’augurio mi dà gioia
Allora sparire diviene necessario.
Se la gioia non mi vince
Rovinando sulle querce
Lavando le scogliere
Invadendo la fronte
Il rancore dell’inganno
E danno e pianto divorato e spento
Anche distrutte queste labbra
E sciolti in creta gli occhi tanto ansiosi
Veleno saranno e vergogna
Nelle vene degli altri
E mai lasceranno le menti!
Secolo di calce e fluoro, bava
Di aniline e corpi come lava
Di visceri: ecco i cordiali aperitivi
Con gli assassini e la valutazione
Obiettiva del niente… Se non trionfo
Dureranno eterni,
saranno in uno che è me stesso, me
sempre sopravvissuto.
Immortale io nei destini generali
Che gli interessi infiniti misurano
Del passato e dell’avvenire, pretendo
Che il registro non si chiuda
Che si cerchi ragione, che si vinca
Anche per me che ora voce mozza vo,
che volo via confuso
in un polverio già sparito
di guerre sovrapposte, di giornali,
baci, ira, strida…