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Classico. Giornata di convivenza a San Pietro al Monte

San Pietro al Monte in Civate: l’incontro con alcune persone che si occupano di custodire e restaurare quel luogo (dai sentieri di montagna alle porte settecentesche dell’oratorio) ha permesso agli studenti del liceo classico di comprendere come la bellezza non sia qualcosa di dato per sempre, ma abbia bisogno di uomini che se ne rendono conto e la mostrano ad altri, in una catena di testimonianze che arriva fino a noi.
Alcuni studenti hanno introdotto i compagni ai segreti del complesso architettonico dell’abbazia, illustrando gli affreschi che la ricoprono.
Altri hanno aiutato a capire meglio la conformazione geologica del paesaggio mozzafiato che si apre a chi arriva sul pianoro che ospita il monastero.
Tutti hanno camminato, guardato, mangiato, giocato, cantato, persino ballato.
La convivenza è stata la scintilla per cominciare insieme quell’avventura della conoscenza che vuole caratterizzare tutto l’anno scolastico.

Liceo Classico – Rivivi il viaggio di Enea

Gli alunni della prima Liceo Classico hanno ripercorso il viaggio affrontato da Enea, da Troia fino alle sponde del Lazio. Con l’ausilio di una cartina interattiva, immagini e musiche sarà possibile solcare le acque del Mar Egeo e del Mar Mediterraneo, e seguire così la via tracciata dal fato per l’eroe e la sua stirpe.

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Liceo Classico – Da Utopia a distopia. Storie di scrittura creativa in lingua inglese

Nella prima parte dell’anno la classe quarta del liceo classico, nell’ambito di letteratura inglese, ha intrapreso lo studio di Tommaso Moro e del suo capolavoro Utopia descrizione di un’isola ideale, perfetta, che permette all’autore un’aspra riflessione sulla società contemporanea.

Questo approfondimento ha poi condotto alla lettura del romanzo distopico The giver di Lois Lowry nel quale, al contrario, la realtà descritta è indesiderabile e spaventosa. Nella distopia leggiamo di luoghi nei quali non vorremmo mai vivere, ma proprio questo aspetto rende la trama avvincente, conferendole un’inquietante tensione.

Il genere distopico, esattamente come quello utopico, permette una visione critica del mondo che descrive. I tratti distintivi delle società raccontate sono portate alle estreme conseguenze, spingendo alla riflessione sul futuro che ci attende. Sfidati dal tema e dalla proposta di scrittura libera, i ragazzi si sono infine cimentati nella redazione di veri e propri romanzi distopici, interamente scritti in inglese e frutto della loro più libera fantasia. Qui sotto trovate alcune delle pagine più belle.

Perché «Tav»? La ferrovia: mezzo di trasporto e simbolo.

Perché «Tav»? La ferrovia: mezzo di trasporto e simbolo. Questo il tema dell’incontro del professor Roberto Zucchetti dell’Università Bocconi, esperto di valutazione delle infrastrutture di trasporto, con gli studenti dei licei.

La lezione è stata esemplificativa di un metodo di indagine delle problematiche scottanti e dibattute, in cui la forte componente simbolica può obnubilare i necessari passi di una conoscenza del fenomeno che voglia essere scientifica e improntata alla ragionevolezza.

Gli studenti sono stati, infatti, introdotti alle dimensioni storica, tecnologica, economica del problema, attraverso dati, immagini, filmati. La ricerca sulla Tav continuerà ora durante l’uscita didattica in Val di Susa e nel prosieguo delle lezioni.

Licei – William Congdon: sintesi dell’espressione

Gli studenti dell’ultimo anno del Liceo Classico e Scientifico si sono avvicinati all’opera di William Congdon dopo aver visto le celebri interviste di Red Ronnie a Congdon e avere riflettuto sul contesto storico-artistico del secondo dopoguerra in America. Lo spunto iniziale è scaturito da numerosissime e radicali provocazioni sorte in aula da quando nel programma di Storia dell’Arte ha cominciato a farsi strada l’arte non figurativa. Che relazione c’è fra espressione e tecnica? Perché un’assenza di forma veicola un contenuto? Perché l’arte informale dovrebbe essere più profonda dell’arte figurativa? L’arte stessa può essere un limite all’espressione di sé?  Se le opere di un autore sono così personali come possono essere condivisibili? 

Modalità di approfondimento

La modalità di approfondimento proposta ha coinciso con un’ora e mezza di osservazione di una quindicina di opere, appositamente selezionate all’interno della William Congdon Foundation di Buccinasco. Oltre al dialogo con Giorgio Gandolfi della Fondazione Congdon e la docente di Storia dell’Arte Antonia Chiesa su questioni ampie e specifiche di espressione artistica. La percezione visiva e tattile è stata pertanto sollecitata da evidenti aspetti di profondità della materia scabra, sperimentazione compositiva e tecnica, molteplicità dei punti di vista, vigore del gesto pittorico, sobrietà del concetto spaziale, sovrapposizione fra vista e memoria. Anche nel caso di chi ha infine dichiarato di non apprezzare la pittura di Congdon.

L’opera dell’artista esprime infatti in modo eloquente tutta la sua vicenda umana, avventurosa e affascinante, oscillando fra concettualizzazione astratta e appiglio realistico. Le città, il traffico, i lampioni, i crocefissi, i campi, i cieli, l’orizzonte, i fossi e la nebbia diventano domande provocatorie sull’essenza del reale: i solchi sulla terra nera sono ferite nella carne, una lama d’argento del fosso nel campo è un riflesso improvviso di luce, lo strapiombo di una roccia è il rovinare della materia in un baratro. La ricerca di Congdon spazia nella profondità della voragine, nel pieno della luce dell’orzo maturo, nella densità della nebbia, nella malinconia della terra arata.

“Quale opera hai preferito?”

È stata la domanda rivolta a ciascuno studente. Le risposte diverse hanno rivelato una rielaborazione personale approfondita dei contenuti proposti e un confronto sincero con la propria esperienza. «Preferivo i crocifissi del Duecento con la loro geometria severa, ma questo di Congdon mi provoca un’intensità sorprendente», «Devo confessarlo: ero scettica sull’arte ‘priva di forma’, ma l’opera che preferisco fra queste è senza dubbio quella quasi monocromatica, Orzo 4».

«Alla fine non ti ricordi esattamente lo specifico di un’opera», sostiene uno studente, «ma come ha reagito a uno stimolo esterno, e la provocazione dell’artista ti spinge a prendere una posizione personale paragonabile alla sua rispetto a quello che vedi e alle esperienze che fai». La sensibilità di un altro studente apre contemporaneamente il campo ad ulteriori, radicali approfondimenti: «può il dolore essere confinato in un’opera d’arte?»

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Liceo Classico e Scientifico – Sperimentare per conoscere

La creatività è inventare, sperimentare, crescere, rischiare, infrangere regole, fare errori e divertirsi. [Mary Lou Cook]

Con questo sguardo i ragazzi del terzo anno dei Licei hanno vissuto l’uscita didattica al Cusmibio. Laboratorio didattico dell’Università degli studi di Milano aperto alle classi del liceo che desiderano mettersi in gioco su esperimenti non banali. Questo luogo, infatti, è un vero e proprio laboratorio in cui i ragazzi si immedesimano nel ruolo di ricercatori, già a partire dall’obbligo di indossare il tipico camice bianco che, a detta loro, è l’elemento che più li ha aiutati.

Gli studenti hanno potuto lavorare sui microsatelliti, sequenze di DNA ripetute nel codice genetico che determinano le caratteristiche uniche di un individuo. Non una teoria astratta, come potrebbe apparire, ma elementi di grande utilità per la scientifica nel risolvere casi. Durante le indagini, infatti, è necessario confrontare le prove raccolte per trovare la corrispondenza. E questo il metodo!

Tutti i ragazzi hanno partecipato in prima persona, aiutati dal personale del laboratorio che si è dimostrato disponibile e coinvolgente, e si sono lasciati incuriosire e rapire dalle attività. L’occasione più opportuna per mettere in pratica tutte le conoscenze acquisite in classe sul tema del DNA.

Lo sperimentare è tutto: non un punto di controllo a fine di una teoria ma essa stessa parte integrante della ricerca.

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by Alternanza Scuola-Lavoro (Mina, Rusmini, Tettamanti)

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