Preghiera dell’Arcivescovo alla Madonnina
Il nostro Arcivescovo ieri ha affidato tutti noi alla Madonnina sotto il cielo azzurro della Lombardia che “è così bello quando è bello”! Uniamoci a lui nella preghiera, certi della protezione celeste.
Il nostro Arcivescovo ieri ha affidato tutti noi alla Madonnina sotto il cielo azzurro della Lombardia che “è così bello quando è bello”! Uniamoci a lui nella preghiera, certi della protezione celeste.
«Scegliere il ‘super-essenziale’ e non temere di lasciare il resto, selezionando dentro questo ‘super-essenziale’ ciò che è funzionale a comprendere e sostenere il momento presente»: così scrive una docente del liceo, suggerendo un metodo didattico che segna una svolta per il nostro modo di insegnare e di impostare la scuola nel presente e nel futuro.
ho visto tardi la proposta che hai fatto al Dipartimento di Italiano-Triennio dei Licei di una lezione ‘esemplare’ del metodo che stiamo cercando di individuare, sull’autore preferito da ciascuno: sono dentro a un vortice social/tecnologico/informatico cui non sono abituata e mi perdo un po’.
Io sono disponibile a preparare la lezione su Montale, sempre che i nostri colleghi abbiano ancora voglia di sentir parlare me e se è opportuno che parli ancora io. Sono disponibile in forza di quello che sto per dire.
Ho maturato una riflessione incontrando nelle call e nelle chat i ragazzi e confrontandomi con le idee di alcuni colleghi di area riguardo alla programmazione del lavoro di questo periodo. A me pare che le circostanze in cui siamo – l’emergenza senza precedenti, lo strumento attraverso cui deve passare la didattica, il numero limitato di contatti con i ragazzi e l’incredibile necessità di significato che emerge in questi contatti, la consapevolezza che queste lezioni dobbiamo concepirle (esagero per spiegarmi meglio) come ultime che potremmo fare – impongano scelte nuove e coraggiose.
Cioè, in totale libertà rispetto al programma standard, che dobbiamo considerare ci dia in questo momento solo le sponde cronologiche, dobbiamo a mio parere scegliere il ‘super-essenziale’ e non temere di lasciare il resto, selezionando dentro questo ‘super-essenziale’ ciò che è funzionale a comprendere e sostenere il momento presente: i ragazzi hanno bisogno di adulti coraggiosi che scelgano; noi letterati in particolare possiamo dir loro ‘ecco, la letteratura può contribuire a sostenere la vita’: come, per dire, ai ragazzi nel giardino di Boccaccio, che mentre incombe la peste ‘fanno letteratura’ per rimanere uomini (e, forse, vivi).
Per cui ho appoggiato la proposta, nelle terze, di fare Boccaccio prima di Petrarca; nelle quarte, di far Manzoni subito (sono arrivati a Tasso e al tema del rapporto vero/storia: pronti per Manzoni e per vivere criticamente l’Italia al tempo del coronavirus), nelle quinte propongo di fare i grandi autori individuati la scorsa volta: Pirandello, Svevo (secondo me La coscienza di Zeno l’ha reso essenziale proprio il coronavirus), Ungaretti e Montale. Ciò che sta in mezzo, prima, attraverso… lo recupereremo, magari per temi o punti problematici, se torneremo a scuola quest’anno, se no per richiami eventualmente l’anno prossimo. Se no, mai: pazienza, i ragazzi di questo anno scolastico, in particolare i nostri commoventi maturandi, saranno comunque sopravvissuti all’epidemia, uscendone, se li aiutiamo, più uomini.
… quindi andiamo a far lezione, ricordandoci di Dante: “con lieto volto, ond’io mi confortai”.
Daniela
“La sfida che si trovano ad affrontare attualmente le scuole, tenute a sospendere le lezioni in presenza, è ardua e non va affrontata lasciandosi prendere da facili entusiasmi per le meraviglie del digitale, né da sentimenti di disperata rassegnazione per l’impossibilità a realizzare il programma scolastico che ci si era preposti”.
“Al termine della seconda settimana di scuola online, i docenti della Fondazione Grossman, in cui sono presenti tutti i livelli scolari dall’infanzia ai licei, hanno dedicato una giornata alla riflessione su quanto finora realizzato per garantire la continuità didattica a distanza e ne sono emersi alcuni criteri utili a procedere con maggior consapevolezza nelle prossime settimane”.
Leggi l’articolo a firma del nostro rettore, Raffaela Paggi, su Il Sussidiario “Cosa fare quando il coronavirus fa saltare voti e verifiche?”
Il dottor Amedeo Capetti della 1° Divisione Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano ci offre in una video intervista ragioni scientifiche e umane per prendere sul serio le indicazioni date a ciascuno di responsabilizzarsi nel limitare il contagio.
Un sacrificio a cui non possiamo sottrarci, se ci vogliamo bene e vogliamo bene ai nostri cari, anche se la nostalgia degli amici è pungente.
Educazione fisica on line: impossibile! O forse no… La creatività nasce dall’obbedienza alla realtà, dal prendere sul serio le domande e i bisogni che essa suscita in chi la osserva, la rispetta e la prende sul serio.
Ecco cosa scrive una docente di educazione fisica della scuola media.
Una proposta nata quasi per caso durante il collegamento per l’appello di martedì mattina con i ragazzi/e di 2C, della quale sono coordinatrice.
Tutti erano desiderosi di poter vedere qualcuno dei propri insegnanti e di rimettersi in qualche modo al lavoro. La modalità del collegamento online poteva rivelarsi una risorsa, però mi sono detta: stanno molto incollati al video, seduti su una sedia… perché non sfruttare questa circostanza per dare loro qualche indicazione di movimento mirato al momento attuale?
Così ho chiesto loro di sedersi bene sulla sedia e di fare con me alcuni semplici esercizi di ginnastica posturale, in particolare per il tratto cervicale del rachide (collo): la proposta è stata accolta con successo!
Questo mi ha fatto pensare che per il giorno dopo avrei potuto organizzare una breve lezione di “risveglio muscolare” da presentare alla classe subito dopo l’appello.
Così oggi abbiamo fatto una breve esercitazione cercando di riattivare anche gli altri gruppi muscolari, dorso, arti superiori e inferiori: circonduzioni, saltelli, stretching.
Si è collegata anche la prof.ssa di matematica che ha fatto con noi gli esercizi prima di cominciare la sua lezione in streaming
Che cos’è una scuola senza l’appello? Non si impara se non ci si sente chiamati uno a uno: è per questo che la nostra scuola on line inizia tutti i giorni con l’appello, come ha ben colto una mamma che ci ha scritto questo messaggio.
sono andata un po’ più tardi al lavoro per essere certa che partissero i collegamenti video (paralleli e su due devices a casa nostra).
Così, mentre B, prima liceo, si era organizzata e con una compagna in camera sua assistevano alle lezioni. Io mi sono fermata in cucina ad assistere all’appello della seconda media di G che, essendo meno tecnologico, era un po’ preoccupato che tutto funzionasse.
Mi sentivo a disagio… come se stessi invadendo uno spazio suo. Ma nello stesso tempo, sentendo la prof. che faceva l’appello, salutando i ragazzi uno a uno, mi sono commossa.
Che gratitudine davanti all’affetto e alla cura con cui i nostri figli sono accompagnati in questo momento un po’ disorientante e faticoso! Che differenza rispetto alla semplice mole di lavoro mandata per mail in altre scuole, dettata dalla evidente e sola preoccupazione di non rimanere indietro con il programma. Che opportunità, per i ragazzi, di mettersi in gioco con una nuova modalità e di inventarsi nuove modalità, incontrandosi con i compagni a far lezione! E non solo a studiare. E che opportunità, per noi genitori, di stimolarli verso questa intraprendenza, e di sottolineare, nel contempo, anche ai loro occhi la bellezza di essere tenuti per mano da chi ci ha a cuore.
Ammetto, domenica alla lettura della mail che annunciava la nuova modalità, mi sono in un primo momento innervosita pensando che sarebbe stata per noi genitori l’ennesima cosa in più da fare e organizzare in un momento già di per sé più difficile. E invece… come sbagliavo!
Mi tornavano in mente stamattina le parole del video del rettore e la predica del nostro arcivescovo di domenica: “il momento è favorevole”. Si, è così. È un paradosso ma questo momento può essere davvero favorevole.
Grazie di cuore. Al rettore, ai presidi e tutti gli insegnanti.
Di cuore, buon lavoro!
“Abbiamo sempre tutti un urgente bisogno di incontrare uno sguardo realista – e perciò positivo – sulla realtà”.
Così scrive al rettore un papà alle prese con un diverso modo di fare scuola… buona giornata a tutti!
Gentile Professoressa Paggi,
grazie per il suo video messaggio. Abbiamo sempre tutti un urgente bisogno di incontrare uno sguardo realista – e perciò positivo – sulla realtà. Il suo è stato un messaggio di rilancio per noi, grandi e piccoli, e di umiltà: grazie! Ieri a casa nostra abbiamo letto con mia figlia Cecilia e alcune sue compagne i canti XVII e XVIII del Purgatorio, trovando così occasione di riflettere sul mistero della nostra libertà e di sfruttare il tempo secondo il suo prezioso suggerimento.
Dopo aver ascoltato il suo video ho letto per caso una poesia di Fortini che mi ha sorpreso, per attinenza alle vicende presenti. Forse la conosce; s’intitola I destini generali: si percepisce in essa la sofferenza per la lunga catena di conseguenze sociali e psicologiche della guerra mondiale, ma anche della lugubre guerra fredda (la poesia è del 1955) e l’assoluta urgenza di poter sperimentare in noi stessi la vittoria sul male, senza della quale propagheremmo, come un virus invincibile, il male nella catena della storia. Gliela invio per gratitudine.
Alberto Mina
di Franco Fortini
È vero che sono stanco:
questo scendere scale e salire
deride, finché uccide, gli stanchi.
Avere negli occhi pomeriggi interi
Soli agri, irrazionali realtà!
Se nemmeno l’augurio mi dà gioia
Allora sparire diviene necessario.
Se la gioia non mi vince
Rovinando sulle querce
Lavando le scogliere
Invadendo la fronte
Il rancore dell’inganno
E danno e pianto divorato e spento
Anche distrutte queste labbra
E sciolti in creta gli occhi tanto ansiosi
Veleno saranno e vergogna
Nelle vene degli altri
E mai lasceranno le menti!
Secolo di calce e fluoro, bava
Di aniline e corpi come lava
Di visceri: ecco i cordiali aperitivi
Con gli assassini e la valutazione
Obiettiva del niente… Se non trionfo
Dureranno eterni,
saranno in uno che è me stesso, me
sempre sopravvissuto.
Immortale io nei destini generali
Che gli interessi infiniti misurano
Del passato e dell’avvenire, pretendo
Che il registro non si chiuda
Che si cerchi ragione, che si vinca
Anche per me che ora voce mozza vo,
che volo via confuso
in un polverio già sparito
di guerre sovrapposte, di giornali,
baci, ira, strida…
“Un’opportunità, nonostante le fatiche quotidiane, di dialogo e di un rapporto, per quanto ancora acerbo e sfocato, con la realtà”. Così si conclude una lettera giunta al rettore da una studentessa del liceo: la offriamo a tutti per partire carichi di attesa e senza paura ad affrontare una nuova ‘strana’ settimana.
volevo scriverle per ringraziarla delle sue parole nel video, che ci hanno fatto forza in questi giorni così strani. Ho pensato di mandarle una mia riflessione in merito alla situazione, non per fare il portavoce di tutti i ragazzi, ma semplicemente per raccontarle il modo in cui ho visto vivere me e i miei amici in questa settimana.
Nessuno ci ha mai spiegato cosa vuol dire essere giovani, vedersi crescere e diventare qualcuno che non ci saremmo mai aspettati di essere, vivere in quell’età in cui per la prima volta ti accorgi che le tue azioni hanno una conseguenza. Quindi ci siamo fatti prendere da un vortice di cose da fare, di gente da vedere, di posti in cui andare. Ci siamo fatti trasportare dalla vita volendo cogliere e assaporare, come un eroe Dannunziano, ogni istante al massimo.
E in questa realtà così dinamica e mutevole, in testa avevamo tutti fisso il pensiero del futuro che ogni giorno sembrava più vicino. Un futuro per cui combattere, in cui avremmo avuto un posto nel mondo e tutti i nostri sforzi del passato avrebbero avuto un senso. Ora con questo desiderio dentro, per la prima volta ci troviamo bloccati.
La scuola improvvisamente è chiusa e noi ragazzi ci troviamo senza un luogo in cui andare quando ci alziamo la mattina, un luogo che in ogni cosa ci parla di una realtà che noi ancora non conosciamo bene, ma di cui vorremmo avidamente imparare il più possibile, che ci attrae e intimorisce.
Ciascuno di noi ha pensato almeno una volta che la scuola portasse solo fatiche e ansie. Volevamo conquistare noi stessi e diventare protagonisti della nostra vita e l’essere studenti ci è sembrato tante volte solo un intralcio. Ora però nell’impossibilità di poter proseguire normalmente la vita che facevamo siamo tutti confusi e spaesati. Viviamo come i ragazzi di cui narra Boccaccio nel Decameron: cerchiamo di farci compagnia studiando insieme e distraendoci da questa situazione così nuova e sconosciuta per noi. Combattiamo nelle piccole cose l’insicurezza e i timori che caratterizzano questi giorni.
In tutto questo mi stupisco del fatto che riusciamo a dimenticarci del virus che tiene ferma la nostra città, ma non della scuola. Quante volte ci siamo detti che ci mancano le lezioni di una determinata materia, o leggere un certo autore o in generale imparare cose nuove e che ci facciano diventare grandi. Insomma abbiamo nostalgia della scuola, di poter cogliere insegnamenti che ci accompagneranno per tutta la vita dalle parole dei nostri professori o di altri adulti, i quali in questi giorni si sono preoccupati per noi, confortandoci e aiutandoci a vivere una vita il più normale possibile, senza paranoie e paure nei confronti del prossimo.
È per me la prima volta che riesco a vedere la scuola non come una cosa da dover sopportare prima di poter iniziare veramente a vivere, ma come un’opportunità, nonostante le fatiche quotidiane, di dialogo e di un rapporto, per quanto ancora acerbo e sfocato, con la realtà.
Spero di tornare presto a scuola.
Una studentessa di quinta liceo
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