Licei. Rispetto delle regole, rispetto della persona

Giovedì 22 gennaio, nell’ambito dei laboratori PCTO finalizzati all’orientamento post diploma, si è svolto l’incontro Rispetto delle regole, rispetto della persona con Marta Cartabia, docente universitario di Diritto costituzionale e presidente emerita della Corte Costituzionale.

Gli studenti si erano preparati con i loro docenti di filosofia su un suo testo inerente alla tematica del rapporto tra rispetto delle regole e libertà personale. Tutti i ragazzi delle classi quarte e quinte hanno potuto interloquire in collegamento e porre le loro domande alla professoressa.

Siamo profondamente grati alla docente e ad altri validi studiosi che come lei ci stanno dando la disponibilità, gratuitamente e con passione, ad accompagnare i nostri studenti nell’impegnativa scelta dell’indirizzo universitario e nella comprensione dell’attualità. I nostri giovani hanno infatti bisogno di esponenti della cultura, del mondo del lavoro e delle istituzioni che abbiano la sensibilità di mettersi al loro servizio, parlando a e con loro, soprattutto in questo periodo in cui la demotivazione allo studio e la dispersione scolastica stanno raggiungendo livelli drammatici.

Le costituzioni

La Costituzione nasce e vive nell’esperienza di un popolo. I principi costituzionali, che esprimono ideali e valori altissimi – come la libertà, l’eguaglianza, la dignità umana e la solidarietà – non hanno in sé stessi le risorse per attuarsi. Essi devono trarre la loro linfa dal vissuto della comunità, dalla cultura condivisa, dalle risorse umane esistenziali che il diritto da solo non è in grado di generare. Il diritto è come l’argine di un corso d’acqua: imprime una direzione alla corrente, la orienta verso il suo scopo, ne contiene il potenziale distruttivo. Ma la sorgente dell’acqua è collocata a monte, viene prima, precede il mondo giuridico”. Con queste parole Marta Cartabia, ha concluso il suo intervento durante l’incontro con gli studenti di quarta e quinta dei licei della Fondazione Grossman.

Un dialogo, quello tra i ragazzi e la professoressa Cartabia, iniziato da una domanda sulla parola rispetto: rispetto delle leggi, rispetto della persona, rispetto dell’altro. Una parola che risulta tra quelle fondamentali della Costituzione del nostro Stato e che dovrebbe stare alla base della nostra convivenza politica, sociale ed economica.

La parola rispetto

Che cosa c’è bisogno perché una parola così decisiva possa diventare realmente esperienza, dato che neanche il ripeterla o renderla legge sembra garantire la sua attuazione? 

A partire da questa domanda la presidente Cartabia ha accompagnato gli studenti in un percorso alla scoperta del diritto e della legge. Ha così illustrando i diversi significati giuridici della parola rispetto a partire da fatti di cronaca e da momenti decisivi per la storia del mondo giuridico: dalla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 alla nascita della Costituzione repubblicana del 1948, dalla lotta contro l’apartheid, fino alla sconfitta della segregazione razziale. Alcuni brani della letteratura classica e contemporanea, dall’Antigone di Sofocle a Ciaula di Pirandello hanno punteggiato il dialogo, offrendo agli studenti immagini vivide, capaci di rendere comprensibili anche i concetti giuridici più complessi.

In conclusione ha sottolineato come le Costituzioni non siano la descrizione di una realtà acquisita una volta per tutte, ma siano sempre una meta da conquistare e da riconquistare giorno per giorno, come anche la storia delle più consolidate democrazie mostra proprio di questi tempi e come ha espresso Benedetto XVI nella Spe Salvi, 24: “Poiché l’uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile, non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. […] Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata – buona – condizione del mondo, sarebbe negata la libertà dell’uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone”.

Il rispetto nell’esperienza quotidiana

Molti i messaggi pervenuti da parte degli studenti attestanti l’apprezzamento per l’incontro e il desiderio di continuare il dialogo. Proponiamo qui il contributo pervenuto da una studentessa che ripercorre i punti salienti della lezione.

Giovedì 20 gennaio abbiamo partecipato a un incontro sulla tematica del rispetto tenuto dalla professoressa Marta Cartabia, Presidente emerito della Corte Costituzionale.

A seguito di un lavoro svolto in classe con i nostri docenti, che prevedeva la lettura di un documento (scritto dalla stessa relatrice) dedicato ad approfondire alcune tematiche legate alla costituzione e al rispetto, sono sorte alcune questioni. In particolare la domanda di fondo emersa dalle perplessità di noi studenti riguardava la relazione tra il rispetto delle leggi e delle persone e la sua attuazione nell’esperienza quotidiana.

Tre livelli di rispetto

Per rispondere a questa domanda la relatrice ha ritenuto opportuno distinguere tre diversi livelli di rispetto: delle leggi da parte dell’uomo, nei confronti dell’uomo da parte delle leggi e tra le persone, gli uni versi gli altri.

Prima di addentrarsi nelle differenze che caratterizzano questi aspetti, è stato di grande aiuto puntualizzare la differenza tra ragionevolezza e razionalità di una legge. Quando una regola è verificata e confermata dall’esperienza allora la si può considerare ragionevole; se invece ci si limita a considerarla esclusivamente dal punto di vista della sua tenuta logica si applica una razionalità che non necessariamente porta alla giustizia.

Una legge ragionevole ha l’intento di preservare un’autentica esperienza umana e sociale ponendo un limite come un argine fa con il fiume: in questo modo la legge del più forte, teorizzata da Hobbes e riassunta nel celebre motto homo homini lupus, viene meno attraverso un utilizzo più responsabile della libertà umana.

Proprio sul tema della libertà si basa la relazione tra il rispetto delle regole e la sua attuazione nell’esperienza. Come suggerisce il Papa emerito Benedetto XVI nella sua enciclica Spe Salvi, se un uomo proponesse una organizzazione legislativa ritenuta come in sé perfetta, questa non sarebbe tale dal momento che non terrebbe in conto la libertà umana.

Ritengo che questo incontro sia stato molto utile e abbia offerto diversi spunti per la riflessione personale.

(Marta Dipilato 5k)

Il Presepe è vivente

Nei giorni scorsi di fronte alla capanna della Natività, costruita da alcuni docenti, si sono svolti alcuni semplici gesti a testimoniare che il Presepe è vivente! Vivente in tutti i momenti realizzati dalle scuole durante l’Avvento, tempo vero di attesa della nascita del Salvatore.

Il video attraverso alcune interviste, le immagini girate a scuola e i canti realizzati da genitori, docenti e l’Accademia Ambrosiana, vuole testimoniare tutto questo ribadendo che il Presepe è vivente!

La maturità di Francesca, dall’ospedale al 100

Ogni cosa che prima sembrava scontata o una banalità era un’occasione, un evento straordinario. Sono tornata con molta più consapevolezza di prima. Anche nello studio. Ho sempre studiato molto, è vero, ma l’approccio è stato diverso: ho iniziato a gustarmi ogni pagina. Avevo perso tutto, l’ho riconquistato e l’ho elevato al massimo“. 

Questo uno dei passaggi centrali del bellissimo articolo che Il Giorno ha dedicato a Francesca Bernini, nostra studentessa del Liceo Scientifico, che quest’anno si è diplomata con 100 dopo un lungo periodo passato in ospedale. Un ringraziamento speciale alla giornalista Simona Ballatore che ha voluto e saputo raccontare con tatto e passione questa storia.

A questo link è possibile leggere l’articolo La maturità di Francesca, dall’ospedale al 100