Frammenti. Concorso fotografico

Frammenti, questo il titolo individuato per la terza edizione del concorso fotografico ideato da Fondazione Grossman e rivolto agli studenti del terzo anno delle scuole medie di tutta Italia.

La scelta di rilanciare l’iniziativa ha lo scopo di sfidare ancora una volta i nostri ragazzi a raccontare il mondo che vivono e vedono attraverso uno scatto.

Il tema di quest’anno prende ispirazione da una frase di Flannery O’Connor:

Più a lungo guardate un oggetto e più mondo ci vedrete dentro.

 

L’invito agli studenti è quello a realizzare una fotografia in cui emerga un frammento di visione che riveli, attraverso la sua incompletezza, la vita nella sua grandezza e vastità.

Per approfondire il tema del concorso si consiglia di guardare, anche con i propri studenti, il video realizzato dal fotografo Andrea Ulivi, giudice del concorso.

Per scaricare la locandina con regolamento e modalità di partecipazione clicca QUI

 

 

I 14 angeli di Lorenteggio – 21 marzo 1951

Era il 21 marzo 1951 quando in via Lorenteggio, crollò il muro di cinta della scuola elementare Devota Maculan, gestita ai tempi dalle Sorelle della Misericordia. Il tragico evento provocò la morte di 14 studenti (13 bambine e un bambino) e sconvolse il quartiere e tutta Milano.

Nella sua predica, durante i funerali del 24 marzo 1951 in Duomo, il Cardinale Schuster disse queste semplici parole: «Tre pensieri si affacciano alla mia mente. Il primo pensiero è un atto di adorazione. Il secondo un grido di commiserazione. Il terzo un pensiero di amore». Sviluppando questo tema il Cardinale si domanda perché è avvenuta una sciagura così immensa. «La Sacra Scrittura — dice il Cardinale — cerca di spiegare perché avvengano fatti del genere. In questo mondo c’è troppo fango. La colomba non trovò dove posare i suoi piedi se non sull’arca del buon Noè. Così è per certe anime privilegiate. Così è stato per questi bimbi che sono saliti in Cielo dopo la comunione».

 

2. O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,

3. con la bocca di bambini e di lattanti:

hai posto una difesa contro i tuoi avversari,

per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

4. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

5. che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

6. Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

7. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi:

8. tutte le greggi e gli armenti

e anche le bestie della campagna,

9. gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari.

10. O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

(Salmo 8, 2- 10)

Milano in lutto per la sciagura di Lorenteggio, Archivio Istituto Luce

 

Ucraina. Immedesimarsi e alimentare fiammelle di speranza

Immedesimarsi con chi sta soffrendo a causa della guerra e alimentare ‘fiammelle’ di bene e di speranza. Con queste ragioni, seguendo le parole di Papa Francesco e dell’Arcivescovo di Mosca, monsignor Pezzi, è nata la proposta di una raccolta di prodotti per aiutare gli Ucraini, soprattutto donne e bambini, che hanno trovato rifugio in Polonia.

Così questa mattina i nostri studenti, dall’infanzia ai licei, hanno portato ciascuno un prodotto. A guardare con attenzione negli scatoloni dei vari livelli di scuola, salta all’occhio che ogni età si è diversamente immedesimata nelle esigenze dei profughi, come se ciascuno avesse pensato a un suo coetaneo – e dunque a sé – nel bisogno. All’infanzia e alla primaria abbondano infatti pennarelli, matite, quaderni e pannolini, mentre alle medie e ai licei materiale sanitario, shampoo, assorbenti e detersivi.

Ora i nostri scatoloni saranno affidati ad IBVA (Istituto Beata Vergine Addolorata): associazione benefica milanese attiva fin dal 1801, che si occuperà di fornire i mezzi di trasporto, i magazzini e il personale volontario per l’inventario e lo stoccaggio.

 

Classico. Terza e quinte al BIOLAB CUSMIBIO

Gli studenti di terza e quinta classico si sono recati presso il BIOLAB del CUSMIBIO, laboratorio didattico dell’Università Statale di Milano per svolgere rispettivamente due attività: «Chi è il colpevole?» e “Clonaggio del gene dell’insulina”.

Chi è il colpevole?

I ragazzi di terza hanno potuto sperimentare le tecniche di biologia molecolare per identificare un soggetto (DNA profiling PCR, studio dei microsatelliti, elettroforesi-estrazione del DNA). Attraverso la simulazione di un omicidio i ragazzi hanno imparato ed utilizzato strumenti e macchinari tipici di laboratori di ricerca. L’attività prevedeva a partire da diverse impronte genetiche trovate sulla scena del crimine individuare il vero colpevole.

Clonaggio del gene dell’insulina

I ragazzi di quinta hanno applicato le stesse tecniche per la clonazione del DNA (Miniprep di DNA plasmidico, trasformazione PCR, coltivazione batterica, digestione con enzima di restrizione ed elettroforesi-estrazione del DNA) e in particolare nella formazione di organismi geneticamente modificati allo scopo di produrre Insulina utilizzata per la cura del diabete.

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Secondaria. Grossman English Camp

Dal 2 al 6 marzo trentacinque ragazzi della nostra scuola secondaria hanno trascorso insieme un carnevale particolare only in English!

Accompagnati da tre docenti, i nostri studenti si sono recati a Pianello Valtidone per la prima edizione dell’English Camp della Grossman, durante il quale hanno partecipato a lezioni serrate di inglese la mattina e il pomeriggio, intervallate da momenti di convivenza tanto agognati e apprezzati.

Accanto allo studio dei vocaboli, a dialoghi con role plays e alla lettura di storie in American e British English, c’è stato tempo per giocare a calcio, preparare cookies, pitturare en plein air e la sera radunarsi in cerchio intorno al falò per cantare Irish songs.

Primaria. Musica e via! Oggi dirigo io

In queste settimane le classi prime e seconde hanno aderito alla proposta dell’Accademia Musicale Ambrosiana e, guidati dal maestro Giacomo Biagi, si sono approcciate alla scoperta di alcuni strumenti musicali.

Attraverso lo strumentario Orff (in particolare triangoli, tamburelli, maracas, guiri e nacchere) hanno imparato a riconoscere e a riprodurre alcune caratteristiche del suono: acuto, grave, breve, lungo, piano, forte.

A partire dell’esplorazione di questi strumenti, i bambini sono stati stimolati a coglierne il suono nelle sue caratteristiche evocative e a trasformarlo in un “personaggio” che è diventato protagonista di un racconto collettivamente ideato. I bambini si sono così lanciati in un’esperienza di storytelling musicale.

Durante la seconda lezione, incentrata sul conducting, i bambini hanno vestito i panni di direttori d’orchestra per guidare la classe in una semplice esecuzione musicale.

Un’orchestra per funzionare ha bisogno di ingredienti speciali: silenzio, concentrazione, occhi spalancati e attenti alle mani del direttore. Che bello quando, tutti insieme, abbiamo suonato gli strumenti per la prima volta!

Hanno detto entusiasti al termine delle lezioni.

Classico. Tourists in New York

New York is one of the most famous and visited city all over the world.
Some students of the 1K would love to see it, a few have already been there, some others would love to get back.
We have asked them to answer the question “What would you like to visit in NY and why?”: the answers have been all very personal and interesting.
They also provide good tips for people who plan to go there!

Click here and discover our students in NY.

Scientifico. Incontro con il designer Andrea Garuti

Venerdì 25 Febbraio gli studenti di prima Liceo scientifico hanno incontrato il designer Andrea Garuti dello studio Busetti Garuti Redaelli.
Attraverso una presentazione video e l’osservazione dal vero di alcuni prototipi hanno potuto conoscere le diverse fasi legate allo sviluppo di un progetto (research, brief, concept, product, comunication). In particolare è stato mostrato loro come l’attività di chi progetta sia strettamente connessa con uno sguardo sempre vivo e carico di domande sulla realtà che ci circonda.

La progettazione, ha spiegato infatti Garuti, nasce dal desiderio di pensare a un modo migliore -più efficace, più conveniente e più bello- di compiere una determinata azione: dovremmo guardare ogni nostro gesto senza mai dare nulla per scontato!
L’acquisizione di una capacità progettuale è una dimensione fondamentale per far sì che i nostri studenti si approccino alla conoscenza della realtà con sguardo aperto e capace di generare.

Carnevale a Narnia

Si è svolta oggi la festa di carnevale della scuola dell’infanzia a tema Narnia, racconto che sta accompagnando tutto questo anno scolastico. Questa mattina i bambini si sono recati presso il Parco delle Crocerossine per una battaglia di coriandoli, nel pomeriggio invece un momento di merenda dopo aver recitato una poesia e ballato tutti insieme.

Ovviamente indossando tutti la maglietta di Narnia!

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Preghiamo perché siamo realisti

«Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno». Seguendo questo invito di Papa Francesco, studenti, docenti e dipendenti delle nostre scuole sono scesi in cortile per un momento di preghiera comune per la pace. Qui di seguito potete leggere l’introduzione a questo gesto del nostro rettore, Raffaela Paggi.

 

Ci troviamo oggi tutti insieme, qualunque sia il nostro attuale sentimento o giudizio sulla guerra in Ucraina, qualunque sia la nostra fede, appartenenza religiosa, o la nostra posizione rispetto a Dio, magari incredula o ancora in ricerca, per prendere innanzitutto consapevolezza del dramma che ha colpito un popolo a noi vicino e che non può lasciarci indifferenti. Piccoli e grandi, ci riuniamo non tanto e non solo perché temiamo le conseguenze nefaste che potrebbe avere anche per noi tale conflitto, perché la nostra scuola è intitolata a Vassilij Grossman, di origine ucraina, perché ne parlano i giornali, ma in primis perché vogliamo educarci a prendere in seria considerazione ciò che pertiene l’uomo: Homo sum, humani nihil a me alienum puto (sono uomo e nulla di ciò che è umano reputo estraneo a me) scrisse l’autore latino Terenzio.

Per prima cosa vogliamo immedesimarci nella gente che sta soffrendo, sotto attacco, in fuga, nello spavento e nel terrore. Solo così, e non facendo analisi (che pur chi di dovere è tenuto a fare) su chi ha torto o ragione, sulle strategie politiche e belliche, possiamo capire che la guerra è sempre un male, come scrive Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti:

Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, […] alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.

Alcuni studenti del liceo si sono sorpresi, cantando O cor soave, della profonda corrispondenza tra le sofferenze di Cristo sulla croce, ingiustamente condannato, e di chi ingiustamente, senza colpa, sta soffrendo nel corpo e nello spirito per la guerra. Ascoltiamo il coro.

O cor soave, cor del mio Signore,
ferito gravemente, non da coltel pungente,
ma da lo stral che fabbricò l’amore,
che fabbricò l’amore.

O cor soave, quand’io ti rimiro
post’in tant’agonia, manca l’anima mia,
né voce s’ode più, né mai sospiro,
né più né mai sospiro.

Nei dialoghi, nelle discussioni, negli incontri cui spesso assistiamo in questi giorni, serpeggia un’idea distorta di storia da cui non dobbiamo lasciarci fuorviare. Spesso sentiamo esperti sostenere che siccome nel passato le cose sono andate in un certo modo, è inevitabile che ora si ripetano le stesse scelte, le stesse azioni, le stesse conseguenze. Non è così! Ci sono infiniti esempi nel passato in cui la decisione libera e coraggiosa di un singolo uomo ha cambiato il corso della storia: fateveli raccontare dai vostri docenti di storia!

Scrive Hannah Arendt, filosofa e politologa ebrea, che ci ha lasciato parole insuperate per interpretare il nazismo e in generale i totalitarismi: 

Il nuovo si verifica sempre contro la tendenza prevalente delle leggi statistiche e della loro probabilità […]; il nuovo quindi appare sempre alla stregua del miracolo. Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa si nuovo nella sua unicità.

E ancora

Diversamente dalla vendetta, […] che può essere prevista e anche calcolata, l’atto del perdonare non può mai essere previsto; è la sola reazione che agisca in maniera inaspettata. […] Perdonare, in altre parole, è la sola reazione che non si limita a reagire, ma agisce in maniera nuova e inaspettata.

L’esperienza che ci fa vedere un miracolo in ogni evento non è arbitraria né artificiosa, anzi è naturalissima, nella vita di tutti i giorni.

[…] Non è per nulla superstizioso, anzi è realistico cercare quel che non si può prevedere.

Preghiamo insieme perché siamo realisti!

E come ci ha proposto l’Arcivescovo Mario Delpini diciamo una decina del Santo rosario affinché il Signore operi il miracolo della fine del conflitto, toccando i cuori di chi ha grandi responsabilità su tanti uomini. Inizia il coro con il canto Tatăl nostru, il Padre nostro della liturgia ortodossa rumena.

E noi? Come possiamo essere utili al mondo in questa circostanza? Qual è la nostra responsabilità? In un recente incontro l’arcivescovo metropolita di Mosca, Mons. Pezzi, ci ha indicato una strada: oltre a invitarci alla preghiera, che trasforma l’angoscia in affidamento, non come ultima possibilità, ma come principio di ogni azione, ci ha suggerito di allenare la nostra capacità di riconoscere le ‘fiammelle’ di bene che illuminano le tenebre. La notte è buia, ma una piccola fiamma può fare una luce infinita. 

Aiutiamoci dunque vicendevolmente a cogliere nelle nostre giornate, nelle nostre azioni e amicizie, nei fatti che accadono, nei nostri studi, quei punti di luce, cioè di verità, bellezza, giustizia, bontà, che ci educano e ci rendono nel tempo uomini liberi, coraggiosi, capaci di amare e di perdonare.

Ascoltiamo, prima di ritornare alle nostre lezioni e al nostro lavoro, un brano del compositore russo Čajkovskij tratta dal balletto Il lago dei cigni, la cui vicenda simboleggia la lotta tra il bene e il male, nella certezza che il male e l’odio non hanno mai l’ultima parola.