Infanzia – Pregrafismo. La scrittura è un’arte

La scrittura è un’arte che va e deve essere insegnata, alla base della quale c’è un gesto. Attraverso il pregrafismo i bambini imparano questo gesto e diventano più consapevoli delle parti del proprio corpo implicate nella scrittura e del loro movimento.

Partendo da un gesto grande si arriverà a lavorare su particolare più piccolo affinando sempre di più la motricità. Gli aspetti topologici, che vengono ripresi in diverse modalità, sono invece fondamentali per potersi orientare sul foglio.

Grazie alle attività di pregrafismo i bambini quindi mettono le basi per apprendere l’arte della scrittura imparando un gesto e diventano più consapevoli delle loro capacità motorie e coordinative.

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Infanzia bilingue – Un pupazzo di neve davvero generoso

Prosegue il percorso della Scuola dell’Infanzia bilingue dedicato al racconto. Un pupazzo di neve, uno scoiattolo, un leprotto e un topolino…sono i protagonisti di questa storia. Un storia che parla di gesti semplici e di generosità… la neve ci racconta di questa stagione.
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Un pupazzo di neve davvero generoso

La piccola Marta si svegliò, Come mai faceva così chiaro oggi in camera da letto? Si alzò, aprì le tende con cautela, mise il naso alla finestra e guardò fuori. Emise un grido talmente forte che per poco il fratellino non cadde dal letto.

“La neve, c’è la neve! Dobbiamo uscire subito!”

Tutto procedeva troppo lentamente quel giorno: lavarsi, pulire i denti, vestirsi, far colazione. Finalmente, coperti di tutto punto, i due bimbi corsero all’aperto.

“Vieni, facciamo un pupazzo di neve!”

Mentre Piero modellava la testa, Marta si dava da fare perché la pancia fosse ampia e rotonda. Ecco, fatto.

Il cappello di papà era quasi troppo piccolo, poiché sulla testa del pupazzo erano stati messi tanti fili di paglia in luogo dei capelli.

Una carota al posto del naso, un pezzo di corteccia d’albero per bocca e la scopa di saggina infilata nel braccio rendevano il pupazzo una vera bellezza.

I suoi occhi di carbone brillavano come nere pietre preziose.

Tutti i passanti si fermavano incantati.

“Oooh, che bel pupazzo di neve! Esclamavano i bambini.

E i grandi sorridevano ricordando la loro infanzia.

Perfino il cane del vicino si fermò, entusiasta.

Al pupazzo di neve piacevano molto tutte queste attenzioni.

Era orgoglioso e avrebbe desiderato fare le capriole, tanto si sentiva felice.

Al calare del sole Marta e Piero tornarono a casa: “Brr, che freddo!”

Il pupazzo, rimasto solo, era soddisfatto. Gli sarebbe piaciuto inspirare profondamente per diventare ancora più grande e possente. Alla luna, che osservava dall’alto, sfuggì un sorriso. Allora il pupazzo le chiese: “Cosa rotonda e chiara, sei un pupazzo di neve celeste?”

“Sono la luna piena!”

Poi entrambi tacquero, perfettamente a loro agio in quella fredda notte, piena di silenzio e pace.

“Sto sognando? – si chiese il pupazzo –Chi saltella qua intorno? “

“Non è possibile! Uno scoiattolo! Uno scoiattolo che va in giro di notte! – gridò il pupazzo – Va a dormire, torna subito nella tua tana!”

“La mia tana, la mia tana non c’è più! – si lamentò lo scoiattolo – La tempesta se l’è portata via e la neve ha coperto tutto. Aiutami, mio buon pupazzo, aiutami, altrimenti morirò di freddo!”

“Come? Proprio io dovrei riscaldarti? Sono fatto di neve e sono tutto ghiacciato!”

“Ci sarebbe il tuo cappello!”

“Il mio cappello? È troppo grande per la tua testolina!”

Mentre obiettava, il pupazzo capì: il suo cappello sarebbe stata la sua nuova tana. I suoi occhi di carbone guardavano dubbiosi: di fronte al bel cappello caldo, stava uno scoiattolo infreddolito.

“E va bene, prenditelo!” sospirò il pupazzo.

“Grazie! Grazie mille, mio buon amico!”

“E io che volevo essere il più bello del mondo! Ti prego luna non prendermi in giro, quello scoiattolo mi faceva pena!”

Tutto a un tratto il pupazzo scoppiò a ridere. Chi gli faceva il solletico? Sentiva qualcosa di soffice, di morbido all’altezza del ventre.

“Toh, un leprotto? Cosa ci fai in giro in una notte così fredda? Senti che tosse! E la tua pancia emette strani rumori!

“È la fame: ho tanta fame!”

“Oh, mi dispiace. Perché non ti cerchi un campo di cavoli o carote?”

“I campi sono pieni di neve. Sono venuto a chiedere aiuto a te.”

“A me? Vuoi che vada nei campi in cerca di carote? Carote?! Oddio il mio naso!”

Il pupazzo di neve era sgomento. Ma davanti a lui c’era una lepre con lo stomaco vuoto e gli occhi supplichevoli.

“E va bene, prenditi la mia carota” –acconsentì il pupazzo.

“Grazie! Grazie mille, mio buon amico!”

Era il vento della notte che accarezzava la testa del pupazzo? O una stella cadente? Il pupazzo si guardò intorno sconcertato. E poi gridò: “Aiuto, al ladro! Mi stanno rubando i capelli!” Ma era solo un topolino pieno di spavento.

“Vattene – gridò il pupazzo – la mia testa non è una casa per topi! Torna nella tua tana!”

“La mia tana? Ma se è tutta congelata! Aiutami!” Il topolino tremava.

“No!” Gridò il pupazzo. E il topo spaurito si nascose sotto i capelli.

“Oh, Marta, oh Piero” gemeva il pupazzo.

E poi si ricordò del cane del vicino. Sussurrò: “E va bene, prendi i capelli e fatti una nuova tana. Ma presto, prima che ti trovino il cane, il gatto o il gufo!”

“Grazie! Grazie mille, mio buon amico!”

Che notte! Prima il cappello. Poi il naso. Infine i capelli. Il pupazzo era triste. Avrebbe voluto essere bellissimo e invece…. La luna emetteva i suoi raggi, le stelle brillavano e il cielo scintillava come un fuoco. Poi il pupazzo di neve alzò la testa e sorrise.

La mattina seguente il sole era alto nel cielo, luminoso e splendente. Quando vide il pupazzo di neve, gli regalò un caldo sorriso.

“Non ridere di me, sole.” Pregò il pupazzo.

“Ridere di te? Ma scherzi! La luna mi ha raccontato tutto. Pupazzo di neve, sei stato meraviglioso! Tutto il bene che hai fatto non verrà dimenticato te lo prometto!”

Il sole emetteva tanti raggi caldi che avvolgevano il pupazzo di neve. Oh, come si sentiva bene! I raggi penetravano e lui si faceva piccolo, piccolo. Si trasformava in mille tenui rivoli d’acqua che inumidivano la terra e la preparavano alla primavera.

Quando più tardi Marta e Piero corsero in giardino, videro in terra un fiore bianco e lucente.

“Guarda, un bucaneve! Un bellissimo bucaneve! Proprio dove c’era il nostro pupazzo di neve!”

Felici, i bambini alzarono la testa e sorridendo guardarono il sole.

Presepe Vivente. Un evento inarrestabile, una presenza definitiva

“La nascita di Gesù è un evento inarrestabile, una presenza definitiva. Un piccolo bimbo che viene a salvare l’uomo e ad abitare nel cuore di chi lo accoglie”. Così don Carlo Romagnoni ha spiegato il significato del Natale e il valore del Presepe Vivente delle Scuole della Fondazione Grossman.

Una giornata speciale iniziata presto con la costruzione del palco e della capanna, grazie alla disponibilità di alcuni papà degli alunni, proseguita con l’allestimento delle “botteghe” dei bambini della Primaria e l’inizio del corteo con i ragazzi delle medie. Un corteo di oltre 1.000 persone che dal cortile della Fondazione Grossman ha raggiunto il Giardino delle Crocerossine passando dal sagrato della Chiesa di San Leonardo Murialdo. Un fiume silenzioso e gioioso di alunni, famiglie e abitanti del quartiere in cammino verso una capanna dove ad attenderli c’è un bambino, oggi come 2.000 anni fa.

Come ha ricordato Don Carlo, mentre il popolo era riunito sotto la capanna, “quella notte tutto l’universo era impregnato di poesia, tutto era in silenzio per lo stupore della nascita di un bambino. Un bambino reale fatto di carne e ossa”.

Una notte in cui ai più semplici e umili, i pastori, è stato svelato dagli angeli cosa stava capitando e da lì hanno iniziato a capire e partecipare anche loro. Così da un nulla è sorto un piccolo popolo. “Una inarrestabile e definitiva presenta, un piccolo bimbo che viene a salvare l’uomo e ad abitare nel cuore di chi lo accoglie. Una presenza che rimane e si ripropone per sempre proprio perché è definitiva”.

Nei Re Magi, arrivati per ultimi in questa rappresentazione, il popolo di oggi si specchia e si ritrova. Tre uomini, saggi e potenti, che con cuore umile e semplice decidono di partire per un viaggio rischioso e difficile, “una difficoltà lenita dalla compagnia speciale tra di loro e dalla promessa di un annuncio”.

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Infanzia – Il racconto della nascita di Gesù

Appena lo ebbe fra le braccia, Maria adorò il Figlio di Dio che s’era fatto uomo, lo baciò, lo avvolse in fasce e lo depose sulla paglia della mangiatoia. In quella stessa notte dei pastori che dormivano nelle vicinanze, avvisati da un Angelo, si recarono da Gesù neonato e gli offrirono i loro poveri doni, mentre schiere di Angeli cantavano: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini da Lui tanto amati».

Si è concluso oggi alla Scuola dell’Infanzia bilingue il racconto della nascita di Gesù. Tre momenti diversi in cui le maestre hanno narrato ai bambini gli eventi centrali del Natale: Annunciazione, Visitazione, Nascita e venuta dei Re Magi.

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Infanzia – La foglia Camilla

Tutti i bambini della Scuola dell’Infanzia bilingue, giovedì 30 ottobre, hanno ascoltato la storia de “La foglia Camilla”. A partire da questo racconto gli alunni, accompagnati dalle loro maestre, potranno approfondire il tema dell’autunno attraverso varie attività.

La storia de La foglia Camilla fa parte del percorso annuale dell’Infanzia bilingue dedicato alla narrazione che ha lo scopo di accompagnare i bambini alla scoperta e alla consapevolezza di sé e dell’uso della parola. La favola, infatti, rappresenta una forma culturale molto ricca per incrementare nei bambini il gusto di conoscere se stessi e il mondo. Inoltre attraverso la narrazione si sviluppa una padronanza linguistica e un ampliamento del vocabolario.

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Infanzia – C’era una volta…

C’era una volta…

La nostra Scuola dell’Infanzia bilingue ha scelto per quest’anno di lavorare sul tema della narrazione, attraverso la lettura e la drammatizzazione di alcune favole. La prima con cui hanno iniziato è La tartaruga e la lepre!

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Festa Infanzia – La bellezza negli occhi degli artisti

Una festa per mostrare a papà, mamme e nonni tutta la bellezza scoperta attraverso gli occhi di alcuni artisti. Questa l’esperienza vissuta ieri sera da genitori e bambini della Scuola dell’Infanzia in un momento di sintesi per rivivere tutto il lavoro fatto durante l’anno scolastico.

I bambini hanno ridato vita e forma ad alcuni dei quadri visti nel percorso: i papaveri di Monet, gli Iris di Van Gogh, i personaggi infreddoliti di Goya. Fino ad arrivare a divertirsi nei giochi invernali di Bruegel, a vestirsi eleganti per un pic nic “alla Monet” mentre i più grandi hanno interpretato i quadri di Giotto che hanno osservato in Avvento e Quaresima.

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Infanzia bilingue – L’attesa della Pasqua attraverso le opere di Giotto

Un lungo percorso attraverso le opere di Giotto per avvicinare i bambini della scuola dell’Infanzia-bilingue all’imminente festività della Pasqua. Un lavoro complesso e affascinante che scommette sulla forza e unicità del linguaggio artistico per introdurre i bambini dell’ultimo anno al significato della Pasqua.

Il primo passo è stato un incontro con la maestra di arte delle elementari che ha spiegato le cinque opere di Giotto, osservate come istantanee degli ultimi giorni della vita di Gesù. Un lavoro che ha coinvolto e appassionato tutti i bambini che, in un secondo momento, con le loro maestre hanno ricostruito, verbalmente, quanto visto (qui sotto alcune delle frasi).

Ultimo passo è stato, invece, quello di “rubare” lo stile giottesco ricreando, pittoricamente, una tra le opere viste.

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Ingresso a Gerusalemme

“C’è uno così, che fa un inchino e che mette il mantello per terra perché così l’asinello non si sporca”

“Dietro Gesù ci sono i suoi amici che si chiamano apostoli. Giovanni è il suo migliore amico”

“Dietro ci sono i bambini che si stanno arrampicando sugli alberi” “Sì, sono sugli alberi per accogliere Gesù”

“I bambini stanno prendendo i rametti per sventolarli come delle bandierine”

“È bello Gesù sull’asinello”

“Gesù entra nella città e dove ci sono le persone che salgono sugli alberi per vederlo”

“Gesù entra in città e ci sono tutte le persone che festeggiano”

“Mi piace che loro (i bambini) si sono arrampicati sugli alberi per vedere Gesù”

“Mi piace perché i bambini non riuscivano a vedere e si arrampicavano sugli alberi”

“Mi piace perché c’è un asinello che porta Gesù… e poi un signore è andato sull’albero”

“Mi piace perché le persone sventolavano i rametti per salutare Gesù”

“Mi piace perché quando entra Gesù le signore mettevano i mantelli sotto agli zoccoli dell’asino per non sporcare”

Ultima Cena

“Gesù era con i 12 apostoli e stavano mangiando”

“Ci sono Giuda e Giovanni. Giovanni voleva molto bene a Gesù e lo abbraccia, Giuda lo tradisce e si capisce perché mette la mano nel piatto di Gesù”

“Cosa vuol dire tradire?”

“Gesù ha detto che sarebbe stata la sua ultima cena”

“All’ultima cena Giuda mette la mano nel piatto di Gesù”

“Mi piace perché Giuda ha messo la mano nel piatto e poi si è nascosto perché si vergognava”

“Mi piace che Giuda “puccia” la mano dentro il suo piatto… quello di Gesù”

“Mi piace perché Giovanni abbraccia Gesù e si mette con la testa sul petto”

“Mi piace perché Gesù ha detto: “chi metterà la mano nel mio piatto insieme a me e quello che mi tradisce”

“Mi piace perché Gesù mangia con i suoi amici anche se Giuda gli mette la mano nel piatto perché Gesù dice: “Uno di voi mi tradirà“ …e quello é Giuda”

Via Crucis

“Gesù porta la croce sulla Via Crucis”

“Gesù guarda Maria”

“Maria è molto triste perché suo figlio sta per morire”

“Gesù porta la croce e c’è il cireneo che è pronto per aiutarlo a portare la croce “

“Mi piace questo quadro perché Gesù esce da Gerusalemme, i cattivi non lo vogliono, e poi lo fanno uccidere, e poi la sua mamma piange”

“Mi piace perché Gesù porta la sua croce e un signore, Simone, che è senza scarpe, però è forte”

“Mi piace perché c’è un signore, un po’ cattivo, che con un bastone spingeva Gesù”

Crocefissione

“Ci sono gli angeli tristi perché Gesù sta morendo”

“Due angeli raccolgono il sangue che esce dalla ferita di Gesù. Poi c’è una donna in fondo che raccoglie il sangue con i suoi capelli. I soldati invece giocano a ‘carta forbice sasso’ per avere la tunica di Gesù.”

“Ci sono anche due signori che sostengono Maria dalla tristezza”

“Gesù è in croce e Maria la sua mamma lo guarda”

“Gesù in croce e Maria Maddalena che tocca i piedi a Gesù “

“Mi piace che una signora (la Maddalena) asciugo i piedi perché c’è il sangue”

“Mi piace perché a Gesù esce il sangue però gli angeli lo mettono nel bicchiere”

“Mi piace che Maria vuole aiutare Gesù ma un cattivo la spinge”

“Mi piace perché Maddalena sta pulendo i piedi di Gesù”

“Mi piace perché quando Gesù é in croce Maddalena gli asciugava i piedi”

“Maria è vestita di blu come il cielo ed è l’abbraccio di Dio per lei”

“Mi piace perché gli angeli hanno una coppa per non far andare a terra il sangue di Gesù”

“Mi piace perché Maddalena sta sciupando i piedi di Gesù”

Resurrezione

“Gesù è vivo, è risorto”

“Gesù ha la bandiera dove c’è scritto che ha vinto la morte, sono 12 lettere come 12 sono gli amici di Gesù”

“Ci sono delle pianticelle che felici rinascono perché Gesù è risorto”

“I soldati dormono e non si accorgono di niente”

“Gesù è risolto e ci sono i soldati che dormono”

“Mi piace quando Gesù è risorto perché quando si svegliavano quelli che erano a dormire non lo vedevano più”

“Mi piace perché quel signore indica un altro signore”

“Mi piace che Gesù è risorto e che i soldati dormono”

“Mi piace perché Gesù è risorto e i romani non si sono accorti neanche”

“Mi piace l’Angelo e poi i ladri che si sono addormentati”

“Mi è piaciuto perché Gesù è risorto e va via”

“Mi piace che Gesù risorge e portava una bandiera con delle scritte”

“Mi piace perché Gesù è risorto e i soldati dormivano”

“Mi è piaciuto questo quadro perché Gesù risorge e poi c’è un angelo a una specie di bastoncino con, alla fine, le pietre”

“Mi piace perché c’è l’Angelo che indica Gesù e perché i soldati dormono”

“Mi piace perché Gesù risorge e l’Angelo indica Gesù”

 

Infanzia bilingue – Frutta in campo: viva la Primavera

Dopo aver visto la primavera attraverso alcuni dipinti, oggi i bambini della Scuola dell’Infanzia-bilingue l’hanno guardata passeggiando tra gli alberi di un frutteto. Alcuni alberi erano già fioriti, altri si stavano preparando con i loro boccioli…

Dopo una bella passeggiata hanno anche assaggiato il succo di mela fatto proprio con le frutta di questo frutteto e per concludere al meglio un pranzo speciale all’aperto.

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Presepe vivente 2018. Luce e gioia

Luce e gioia: questi i termini che meglio descrivono il Presepe Vivente svoltosi questo sabato. Un appuntamento tradizionale, ma mai scontato, per la nostra scuola che quest’anno ha assunto un valore ancora più pubblico terminando all’interno del Giardino delle Crocerossine.

Un popolo di oltre mille persone ha camminato per le strade del nostro quartiere per testimoniare come la nascita di Gesù si un evento attuale. La risposta al desiderio ultimo del cuore dell’uomo, come ha ricordato Don Carlo Romagnoni con le sue parole. Il gesto è iniziato nel cortile della Fondazione ed è proseguito per le vie della città facendo tappa alla Chiesa di San Leonardo Murialdo e terminando presso il Giardino delle Crocerossine.

Bambini e ragazzi, insegnanti e genitori, insieme a curiosi e passanti hanno partecipato al Presepe Vivente stupiti dalla sua bellezza. Bellezza che ci ha aiutato a fare memoria di quell’Evento che ha cambiato per sempre la nostra storia e quella del mondo.

Ringraziamo tutti i nostri alunni, docenti, famiglie e tutte le persone che hanno costruito con noi questo momento. Un ringraziamento particolare al Municipio 6 di Milano che ha contribuito significativamente a rendere tutto questo possibile.

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